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Adunata Alpini Biella 2025 – RESTITUITI ONORE E DIGNITA’ AI FUZILâZ DI CERCIVENTO

E’ durato oltre un secolo “il lungo e sofferto cammino di redenzione”

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Il 1^ luglio 1916 nella località friulana di Cercivento, veniva decimato un intero plotone composto da ottanta Alpini dell’8^ Reggimento appartenenti alla 109^ Compagnia del Battaglione Monte Arvenis allora operante sul Monte Cellon, nei pressi del passo di Monte Croce Carnico, accusati dal proprio comandante di compagnia, il capitano Armando Ciofi e il suo vice, tenente Pietro Pasinetti, d’insubordinazione e ribellione.

I FUZILâZ DI CERCIVENTO

Il caporale maggiore Silvio Gaetano Ortis, 25 anni di Paluzza, il caporale Basilio Matiz, 22 anni di Timau, il caporale Giovan Battista Corradazzi 23 di Forni di Sopra e il soldato Angelo Massaro 22 di Maniago vennero uccisi all’alba del primo luglio del 1916, con la faccia rivolta al nemico, davanti al muro di cinta del cimitero di Cercivento, Udine. Gli Alpini della 109^ Compagnia del Battaglione Monte Arvenis, si erano opposti al comando del loro capitano di uscire in avanscoperta sul monte Cellon richiedendo l’ausilio dell’artiglieria e di agire di notte contestando l’ordine di attacco impartito ritenuto inutile e suicida. Furono pertanto accusati dal proprio comandante di compagnia e dal suo vice d’insubordinazione e ribellione. In base all’articolo 114 del codice penale militare per i quattro alpini le accuse del tribunale si commutarono in condanne a morte, per altri ventinove a 145 anni di carcere complessivi e per i rimanenti militari in assoluzioni.
L’episodio ha indotto, in tempi recenti e a un secolo di distanza, il Consiglio Regionale del Friuli Venezia Giulia ad approvare all’unanimità la legge regionale 7/2021 «per la riabilitazione storica attraverso la restituzione dell’onore dei soldati nati o caduti nel territorio dell’attuale Regione Friuli Venezia Giulia appartenenti alle Forze armate italiane condannati alla fucilazione dai tribunali militari di guerra nel corso della Prima Guerra mondiale».

Le fucilazioni nella Grande Guerra

Nel corso del conflitto furono 729 i soldati italiani fucilati per sentenze emesse dai tribunali militari. Si calcola che altri 300 abbiano subito la stessa sorte a seguito di sentenze sommarie di cui non è alcuna traccia documentale.
Sul mantenimento della disciplina, il generalissimo – o per meglio dire “il Capo” com’era chiamato e com’era amato farsi chiamare – Luigi Cadorna aveva ricordato agli ufficiali la necessità di dare l’esempio alla truppa, in ogni circostanza. Di fronte a qualsiasi gesto d’indisciplina chi portava i gradi doveva essere inflessibile. Era la politica della tolleranza zero che doveva essere applicata alla truppa ma anche agli ufficiali stessi. «Nessuna tolleranza mai, per nessun motivo, sia lasciata impunita – scriveva Cadorna – la si colpisca anzi, con rigore esemplare, alla radice, appena si manifesti, sia qualunque il grado e la posizione di chi tolleri».
Da qui le condanne a morte “ufficiali e non”, comminate senza la minima umana comprensione a essere umani stremati da un conflitto sanguinosissimo a cui, tra l’altro, dalla classe politica di allora era stata promessa – stupidamente – una guerra breve e poco sanguinosa. Mentre alle loro spalle gozzovigliavano, si riempivano tasche e pance, i cosiddetti “pescecani” (uomini politici, militari, industriali) che si arricchivano a dismisura grazie alle forniture militari. Tanto che nel dopoguerra sul questo malcostume – non solo italiano per dire la verità – venne istituita un’apposita Commissione d’Inchiesta parlamentare che ne tirò fuori di tutti i colori, i cui lavori però furono interrotti dall’avvento del Fascismo.

Cercivento 1916-2021

Grazie all’impegno degli enti locali, comune di Cercivento e regione FVG, il 1^ luglio 2022 ai “Fuzilâz” di Cercivento sono stati finalmente restituiti onore e dignità.
«Un lungo e sofferto cammino di redenzione. Che si è concluso soltanto oggi – si legge sulla homepage della Regione – a 106 anni dalla tragica alba del primo luglio 1916. Perché per la prima volta i quattro alpini che a Cercivento furono fucilati come disertori hanno ricevuto l’omaggio militare dei loro compagni d’arma, i militari del Terzo Reggimento terrestre da montagna di Remanzacco.
È stato proprio questo gesto il simbolo più eloquente della seconda Giornata regionale di restituzione dell’onore, celebrata nel paese della Carnia dove si consumò uno dei fatti più tragici della già di per sé inumana Prima guerra mondiale. Come ha voluto sottolineare il presidente del Consiglio regionale, Piero Mauro Zanin, nel suo intervento che ha concluso una mattinata densa di emozioni, cominciata con la messa di suffragio e culminata nell’omaggio davanti al cippo che ricorda i Fusilâts».

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