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A Biella aria nuova che permette di respirare

Fra le righe, la rubrica di Enrico Neiretti

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enrico neiretti

“Ideas worth spreading”. Credo che la traduzione di questo motto sia più o meno “idee utili da divulgare”. In un tempo segnato da una mole gigantesca di informazioni, che si muovono velocissime attraverso i social creando spesso una tempesta straniante di parole e immagini, forse sono proprio le idee a languire.

Questa sorta di paradosso è probabilmente un cortocircuito dato dalla sproporzione tra gli stimoli che ci giungono da vari canali ed il tempo che possiamo dedicare ad essi; ma di fatto l’idea, nella nostra prassi quotidiana, pare essere relegata ai margini dei riti sociali che segnano la nostra esperienza.ù

L’idea è un concetto che da sempre è oggetto di studio da parte della filosofia, un concetto che nella storia è stato declinato in molti modi diversi, diventando ora una sorta di teorizzazione della realtà, ora un puro costrutto mentale. In ogni caso, quando oggi parliamo di idee, di fatto parliamo sempre di visioni del mondo, della vita, della società. Visioni che vorrebbero diventare prassi, progetto, azione.

Ed è altrettanto vero che l’idea nasce sempre da un processo di osservazione della realtà ed è il tentativo, più o meno efficace, di una sua teorizzazione. E in tempi veloci, di grandi cambiamenti e fortissime accelerazioni come quelli che viviamo, la realtà tecnologica e sociale viaggia molto più rapidamente della nostra capacità di elaborare modelli di comprensione.

Il risultato è che leggiamo la realtà attraverso idee vecchie, riferite ad un mondo e ad una scala di valori sociali che non esistono più
Il mondo del lavoro è il perfetto paradigma di questa asincronia tra le dinamiche tecnologiche ed umane e le regole che vorrebbero normare il funzionamento delle organizzazioni.

In sostanza vigono ancora visioni arcaiche, legate alle gerarchie e alla pianificazione rigida del lavoro, che confliggono sia con le necessità pratiche delle persone, sia con la visione che esse hanno di sé.

Quello che accade è evidente: soprattutto le nuove generazioni non accettano più di farsi inglobare in un sistema in cui gli interessi dell’organizzazione – che fatalmente coincidono sempre con quelli di coloro che le guidano- sopravanzano di molto le esigenze di chi in quelle organizzazioni lavora.

In definitiva è ancora sedimentata un’idea verticistica fondata sul potere che si scontra con la consapevolezza delle persone.

E questo discorso potrebbe essere applicato a tanti ambiti del vivere sociale: sono ancora tante, troppe, le situazioni in cui le esigenze delle persone e la valorizzazione dell’aspetto umano sono sacrificate a visioni retrograde fondate sulla difesa degli assetti di potere.

Se ci pensiamo bene è davvero avvilente che ci sia ancora bisogno di combattere battaglie sulle pari opportunità, sull’inclusione, sul rispetto delle minoranze, sulla società aperta. E’ del tutto evidente che si affronta la modernità con strumenti totalmente inadeguati, con logiche arcaiche, con -appunto- idee obsolete.

Ecco, ritorniamo al motto “Ideas worth spreading”, idee utili da divulgare. Da molti anni esiste un’organizzazione che si chiama TED, nata negli Stati Uniti negli anni ’80 del secolo scorso, che si occupa -appunto- di divulgare idee sulla tecnologia, sull’innovazione e sulla società attraverso una serie di brevi conferenze incentrate su temi specifici.

Sabato scorso, nella bella cornice dell’auditorium di Città Studi, c’è stato uno di questi eventi, un TEDx, così si chiamano le declinazioni locali di queste conferenze, in cui sei relatori hanno discusso sul tema “Working the future”, lavorare il futuro.

L’evento è stato organizzato da TEDx Biella, ed è stato un momento bello ed interessante in cui si è ragionato proprio sul rapporto tra le persone, l’innovazione ed il lavoro che cambia. Ecco, in una realtà piccola e piuttosto conservatrice come Biella credo che portare finalmente idee innovative sia davvero vitale.

E’ aria nuova che permette di respirare.
Enrico Neiretti

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