La Biella che piaceVa
Non si vive solo di polenta e cervo
Rubrica LBCP: A proposito del ristorante che propone piatti hawaiani

BIELLA – È di questi giorni la notizia di una nuova attività nel centro di Biella che propone cibo alternativo sfidando l’ottusità e il pregiudizio biellese, che se fosse una categorica olimpica, ci vedrebbe primeggiare senza concorrenza.
Pokè Kal ha aperto i battenti in via Italia proponendo cucina hawaiana e apriti cielo, sono piovuti commenti al limite del ritardo mentale cercando in tutti i modi di denigrarlo e sminuirlo a priori, come da tradizione biellese.
“Polenta e cervo, bagna cauda, pane e salame, toma e fontina”… il biellese medio non sa parlare d’altro, non vuole altro, non cerca altro ed è proprio con questa mentalità da medioevo che la nostra valle si è ritrovata impoverita e ignorante con l’arrivo della crisi del tessile.
Paragone forse esasperato ma marginalmente calzante perché forse chi ha qualche capello bianco ricorderà come ci si burlava di tutto e tutti quando il Biellese era capitale indiscussa di filati e pregiati, incuranti di una crisi che ci avrebbe seppellito, ci siamo fossilizzati sulle nostre cose come se tutto il resto non contasse nulla.
Non abbiamo mai avuto un piano B, un’alternativa in caso di pericolo e infatti, arrivata la crisi, ci siamo ritrovati incapaci di fare qualsiasi altra cosa.
Tutto ciò che è nuovo, diverso, alternativo viene visto sempre come una minaccia, un attacco alle tradizioni, un male da arginare ed è con questa mentalità che la provincia si è lentamente svuotata trasformandosi in un luogo di sfigati rancorosi e invidiosi.
Ben vengano le nuove attività, i nuovi cibi, i negozi alternati, qualcuno che ci crede incurante dei vecchi boomer (termine che odiamo ma che mai come oggi risulta calzante) che si oppongono a tutto e tutti, che sputano merda su ciò che non conoscono quasi fosse una minaccia al loro piccolo orticello fatto di ricordi e nostalgia che ai fini pratici non porta a niente.
Biella, l’abbiamo detto e ridetto, non si merita nulla ed è per questo che ammiriamo chi ci prova ugualmente, incurante delle critiche.
Avanti così che tanto di polenta e cervo per i nostalgici ce n’è in abbondanza e per coloro che hanno una mente un po’ più flessibile, buon appetito, che il Pokè Kal non è peggio di un aperitivo annacquato a 8€ che bevete il sabato sera, magari preparato con meno passione di chi prova a credere in questo pazzo territorio ingrato.
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Gianpaolo FILA
30 Ottobre 2021 at 12:30
Chi ha scritto questo articolo dovrebbe fare la valigia e traferirsi altrove! Lui si che sputa sul piatto dove vive e dove sicuramente i suoi genitori hanno lavorato ! Io credo di aver viaggiato e lavorato All estero dagli USA alla Mongolia alla Francia ma certamente non ho mai cercato la polenta in Mongolia o la fontina a Los Angeles! Ho sempre cercato’ di bere e mangiare i prodotti locali . Ora ben venga chi vuole provare a vendere menu alternativi sperando che il cuoco sia della nazione che vuole proporre e non abbia copiato ricette su internet e che curi anche il look del locale! . Per quanto riguarda a a L piano B per uscire dal tessile lui cosa ha fatto ? Molti giovani biellesi sono andati All estero perché i tempi moderni favoriscono gli spostamenti in nazioni lontane esattamente come sarà stato traumatico lo spostamento di mio nonno da Coggiola a Cossato! nel 1910!! Comunque il Biellese rimane sempre un posto meraviglioso per vivere e lavorare basta ingegnarsi un po’ anche facendo qualche km fuori Biella se è il caso!