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Biella

«La gente si aspetta molto da me».

L’intervista a Luca Prina, nuovo allenatore della ambiziosa Biellese

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la gente si aspetta molto da me

«La gente si aspetta molto da me, sento un grande senso di responsabilità nei confronti della mia città».

Con queste parole, colme di emozione, Luca Prina, nuovo allenatore della Biellese, si presenta ai tifosi. Diversi trascorsi nei campionati di C e D, una promozione in B con l’Entella. Adesso è tornato a casa, per riprendere un cammino lasciato in sospeso – come gli piace definirlo – e scrivere una nuova storia.

«La gente si aspetta molto da me»

Partiamo dalle sue prime parole da allenatore bianconero: “una storia che ricomincia”. A cosa si riferisce?

A una storia che sento mia, perché sono biellese e sono stato un bambino tifoso di questa squadra. Inoltre ho allenato il settore giovanile per dodici anni e successivamente la prima squadra. Ricomincia, quindi, una storia interrotta nel giugno 2009, quando allenavo una squadra di ragazzi del territorio che andò in C, ma poi non fu iscritta. Una ferita aperta.

Cosa l’ha spinta ad accettare la panchina della Biellese?

Una scelta di cuore. Nell’ultimo periodo stavo percorrendo altre strade nel mondo del calcio, che mi gratificavano molto, ma ho capito che era arrivato il momento di tornare. Si è creata l’alchimia giusta e la passione ha inciso tantissimo nella decisione. Sarà un percorso lungo, fatto di pagine bianche da riempire. Lavoro e sogno. Saranno questi i due ingredienti fondamentali.

Quali sono le prospettive?

Questa squadra deve innanzitutto riappropriarsi del proprio stadio e della propria identità. Abbiamo l’ambizione di completare il centro sportivo dietro la piscina per avere, un domani, la “casa” della Biellese. Partiamo dall’Eccellenza, dobbiamo prendere atto di questa realtà. Vogliamo però crescere e recuperare il rapporto con i giovani, che si è perso dopo il 2009. In assenza di una prima squadra ad alti livelli, i ragazzi hanno perso l’ambizione di giocare nel club della propria città. Si sta costruendo qualcosa di importante e, pertanto, voglio ringraziare diverse persone: il presidente Alessandro Blotto, per la fiducia che mi ha concesso, Luca Rossetto, per il lavoro svolto da in questi anni, il dirigente di Italvalvole Oscar Spadon, che per il calcio laniero ha sempre fatto molto. Figure come queste ci permettono di lavorare e sognare.

Ha mostrato da subito un’attenzione particolare ai giovani, forse per Biella si tratta di un discorso che va oltre il calcio?

I ragazzi del territorio per giocare a calcio oggi vanno via da Biella. Noi, invece, vogliamo dimostrare che anche Biella può offrire questa possibilità, con il grande vantaggio di non dover viaggiare e di sviluppare un forte senso di appartenenza. Abbiamo due generazioni da recuperare, quelle successive al 2009.

La questione del ripescaggio in D è l’argomento più caldo di qyesti giorni. Come stanno le cose?

La proprietà ha comunicato il desiderio di presentare domanda. La Biellese ha 47 punti, un punteggio abbastanza alto. Lo scorso anno sono state ripescate sei squadre, tra i 49 e i 40 punti. Occorrerà vedere quante altre società lo richiederanno. Dal punto di vista tecnico, questo limbo implica un piano A e un piano B. Dobbiamo farci trovare pronti, con una squadra adatta a vincere l’Eccellenza, ma anche a salvarsi in D.

Ci sono già nomi caldi?

Al momento le trattative sono in corso. Quello dell’Eccellenza è un mercato un po’ particolare. Stiamo portando avanti un’idea molto chiara di squadra. Tuttavia non è semplice fare mercato oscillando tra una categoria e un’altra, in attesa di conoscere il futuro.

Quale messaggio vuole lanciare ai tifosi?

Posso soltanto dire che siamo tornati. Ho ricevuto centinaia di messaggi che mi scaldano il cuore e mi fanno sognare. Voglio che l’amore per la città e la squadra si diffondano. E in questo spero di dare il mio contributo.
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