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Antonio Montoro torna sulla “questione invalidi”: «E’ terminato il periodo di mobilità per un altro migliaio di biellesi. Persone senza reddito e nessuno sconto per andare in pensione. Intanto, però, propongono lo scivolo d’oro per i militari»

Solo nel biellese è da poco terminato il periodo di mobilità per un altro migliaio di lavoratori. Stiamo parlando di una piccola comunità, vi lascio immaginare cosa è potuto accadere a livello nazionale. Persone senza più alcun reddito. Una parte di essi sono invalidi a cui lo Stato riconosce il collocamento obbligatorio, ma nessuno sconto per andare in pensione.

Questo è l’effetto della Legge Fornero che penalizza i lavoratori con invalidità compresa tra il 46% e il 74%.

Dopo 35-40 anni di lavoro, una persona con difficoltà fisiche, avrà pur diritto a una pensione. Ho inviato una richiesta di aiuto per questo problema che tocca decine di migliaia di famiglie italiane. L’ho inviata ai giornali, alle televisioni, a decine di associazioni, ma soprattutto l’ho inviata a tutti i capigruppo di ogni schieramento, sia alla Camera dei Deputati che al Senato della Repubblica.

Solo pochi mi hanno risposto, ma nessuno ha messo mano a questo vera e propria vergognosa ingiustizia. Ad occuparsi dei problemi dei portatori di handicap sono sempre e soltanto le persone sane e, spesso, questi sono i risultati.

Mi domando come sia possibile che nessuno abbia sentito il bisogno di aiutare questa categoria di lavoratori. Poche settimane or sono abbiamo dovuto, nostro malgrado, assistere a questa proposta: “Scivolo d’oro verso la pensione per i militari. Potranno andare in pensione a 50 anni con l’85% dello stipendio e potranno fare un altro lavoro se lo desidereranno”. E ancora, abbiamo più volte constatato che alcuni parlamentari, consiglieri o assessori regionali, strapagati, hanno tenuto comportamenti censurabili o, peggio, perseguibili penalmente. Per non parlare dei compensi percepiti da certi manager pubblici, elargiti nelle società partecipate, a partire da quelle nazionali per giungere fino a quelle locali.

Quando mancano le risorse per le persone sofferenti è doveroso combattere ogni spreco o super retribuzione. In tempo di crisi ridistribuire le risorse è un dovere morale. Un cittadino italiano deve sentirsi protetto, non può vivere avendo continuamente la sensazione che lo Stato gli sia nemico. Non può andare nel panico ogni volta che riceve una lettera riconducibile a un ente statale.

Come fa una persona con difficoltà fisiche a sentirsi rappresentata da burocrati che guadagnano decine di migliaia di Euro al mese? Perché non adottare per gli invalidi un sistema di flessibilità in uscita verso la pensione per permettere a chi ha perso il lavoro di avere almeno un reddito per vivere? Perché i sindacati e le associazioni che ci rappresentano stanno in silenzio, pur conoscendo il dramma di queste persone?

Probabilmente ognuno, nel suo piccolo, riceve uno stipendio sicuro e non ha interesse a “fare lobby” per il bene dei rappresentati.

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