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Eventi & Cultura

Un biellese a scuola di musica da Mogol

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Ha frequentato il prestigioso Cet di Terni dopo avere superato una selezione con 12mila candidati

Iniziare un sogno lavorando con uno degli staff musicali più preparati e famosi d’Italia: è questo quanto successo a Francesco Fuoco, 30enne di Candelo, che ha partecipato ad uno speciale campo musicale al Centro Europeo di Toscolano a Terni. Il Cet è una sorta di Università della musica ed è diretto e organizzato da Giulio Rapetti Mogol, noto con lo pseudonimo di Mogol, il celebre paroliere (autore delle canzoni) italiano. Il giovane biellese racconta la sua esperienza.
Quali selezioni ha dovuto superare per arrivare a partecipare al prestigioso concorso nazionale?
In tutte le grandi città italiane ci sono stati dei provini, per un totale di 12mila aspiranti. Solo 500 sarebbero stati ammessi, io sono stato tra quelli. Quando ho sentito di aver superato le preselezioni ero al settimo cielo, poi sono finalmente arrivati i fatidici 3 giorni di concorso.
Come è partita l’esperienza in questione?
Una volta arrivato nella struttura, ci hanno diviso in gruppi, dove ci siamo impiegati in laboratori, presenza scenica e voce. Ho avuto anche la fortuna di avere avuto come compagno  Massimiliano Gherardi, un giovane che ha collaborato con artisti del calibro di Nada e Noemi.
Con quali specialisti del settore ha avuto a che fare?
Senza contare Mogol, ho lavorato con Silvia Gollini, l’autrice della siglia di “Geo & Geo” e impegnata in programmi Rai e Mediaset come il Festivalbar. Altro nome di spicco nello staff era quello di Francesco Gazzè, fratello del cantante Max al quale scrive i testi delle canzoni.
Quali sono le sue prospettive future?
Continuerò a lavorare con le mie band rock blues Black Windmill e inizierò un’altra avventura con una nuova band che suona cover pop rock dal nome Sottovoce. Fra poco, inoltre, creeremo una canzone per un concorso incentrato sulla donazione degli organi e dovrà essere su questo tema.
Cos’è per lei la musica?
La ritengo lo specchio dell’anima, che permette di tirar fuori quello che si ha dentro.  Fare della musica il mio lavoro sarebbe il mio sogno, per me conterebbe non essere famoso, bensì avere successo sempre coi piedi per terra. Come diceva il celebre filoso Nietzsche, la vita non sarebbe nulla senza musica.