Economia
MALTEMPO – Weekend da dimenticare per l’agricoltura biellese
Un fine settimana da dimenticare. Fiumi e corsi d’acqua che invadono i campi e le risaie, argini rotti, i lavori agricoli bloccati e i terreni che, impregnati d’acqua, hanno difficoltà di drenaggio. Le difficoltà nel raggiungere diverse frazioni della Valsesia e dell’Alto Biellese penalizzano anche le imprese agricole che operano nei territori rurali più lontani dai centri abitati.
Un fine settimana da dimenticare. Fiumi e corsi d’acqua che invadono i campi e le risaie, argini rotti, i lavori agricoli bloccati e i terreni che, impregnati d’acqua, hanno difficoltà di drenaggio. Le difficoltà nel raggiungere diverse frazioni della Valsesia e dell’Alto Biellese penalizzano anche le imprese agricole che operano nei territori rurali più lontani dai centri abitati.
La mappa dei danni è difficile da stilare, soprattutto per l’impossibilità, allo stato dei fatti, di valutare gli effetti sulle semine dei cereali autunno-vernini (in particolare triticale, grano, orzo) che in molte aree – soprattutto in pianura – sono state spazzate via dall’acqua che ha invaso i campi. Diverse anche le colture ortoflorovivaistiche in vivaio (in particolare alberi da frutto) finite sott’acqua in provincia di Biella.
Molti i corsi d’acqua esondati, tra questi anche il fiume Sesia che ha invaso le campagne intorno alla città di Vercelli, oltrechè nei centri minori della Bassa.
Danneggiata anche la rete irrigua delle due province con danni in via di quantificazione da parte dell’Ovest Sesia che potrebbero raggiungere o addirittura superare i 100 mila euro.
Nelle zone di Candelo e di Massazza si sono avuti cedimenti spondali della roggia Marchesa, del Naviletto della Mandria e Naviglio di Ivrea, con i rivestimenti esistenti che sono stati scalzati; ancora, danni ai rivestimenti spondali della Roggia Molinara tra San Germano e Olcenengo.
Gli smottamenti nel Biellese non si contano, da Pollone a Valle San Nicolao, Trivero, Netro e Donato, mentre ancor oggi si contano diverse strade interrotte sia nel Biellese stesso che in Valsesia. Hanno ceduto anche gli argini del torrente Marchiazza, che ha invaso le risaie, mentre più a nord i vigneti che producono i pregiati vini Gattinara, Bramaterra e Lessona hanno subito smottamenti e restano in gran parte irraggiungibili per l’inagibilità delle strade di collegamento. Come detto, ora i rischi maggiori derivano dal persistere dell’acqua sui terreni che mette a serio rischio la sopravvivenza anche di vigneti e frutteti, che non possono resistere a lungo in un ambiente asfittico come quello creato dall’inondazione.
“Coldiretti sta raccogliendo e monitorando tutte le segnalazioni dal territorio delle due province – commentano Paolo Dellarole e Marco Chiesa, presidente e direttore di Coldiretti Vercelli Biella -. Ci stiamo attivando e coordinando sul territorio con le istituzioni e siamo vicini alle imprese. Certo va fatto un ragionamento molto più ampio e, d’ora in poi, dobbiamo tutti insistere sulla parola ‘prevenzione’. Negli ultimi 20 anni per riparare i danni di frane ed alluvioni è stato speso in Italia quasi il triplo di quanto è stato stanziato per la prevenzione. I dati che emergono dalla Conferenza nazionale sul rischio idrogeologico non lasciano dubbi: sono 8,4 i miliardi di euro di finanziamenti statali dati a politiche di prevenzione a fronte di una spesa 22 miliardi di euro nello stesso periodo per riparare i danni causati da frane ed alluvioni. E il bilancio peraltro è ancora più grave se si considerano le vittime e tragedie familiari che frane e alluvioni hanno provocato anche nei giorni scorsi nel Biellese”.
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