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Si chiama dignità

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Continua il botta e risposta scatenato dalla lettera in cui Andrea Panataro proponeva di far lavorare i profughi. Panataro ora replica a Edoardo Tagliani.

Botta e risposta tra Andrea Panataro e Edoardo Tagliani sulla questione profughi. Ecco la replica di Panataro all’intervento di Tagliani.

Gent. Sig. Tagliani,

sono io a dire a Lei di scegliere cosa fare della Sua vita (oltre a fare della polemica), visto che, se si fosse appena preso il disturbo di informarsi, magari anche sul Web, avrebbe appreso che io da decenni ho ben scelto cosa fare della mia. Le basti sapere che a 22 anni, ovvero nel 1978, ero già a lavorare in Africa, e che nel 2004, dopo lo tsunami, lavorai sette mesi come volontario alla ricostruzione in quelle zone. Successivamente, come operativo, lavorai dapprima nei campi profughi dei Birmani in Thailandia e poi nella assistenza dei bambini con l’AIDS contratta dalla madre.

Per quanto riguarda la mia proposta di dare un lavoro a questi profughi, Le ricordo, caro Sig. Edoardo Tagliani, e assieme a Lei a tutti quei “buonisti” che hanno dimostrato la loro somma intelligenza e civiltà insultandomi sul web, che dare un lavoro è la più nobile delle offerte, perché dà o ridà la dignità. Occorre anche dire senza peli sulla lingua, che almeno un buon trenta per cento di questi profughi (o ritenuti tali), pensano in effetti che tutto sia loro dovuto. Mi spiace, ma solo quando Lei avrà le decine di migliaia di kilometri sulle spalle che ho io sia in Africa che in Asia potrò accettare lezioni. Finora sarà Lei ad accettarle da me.

Cordialmente.

Andrea Panataro

Il contributo di Edoardo Tagliani: http://www.laprovinciadibiella.it/pages/lavora-gratis-cosi-ti-sdebiti-versione-integrale-5376.html