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Da Ponderano a Perth, Radio 105 e il sogno di “Bigo”

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Era un venerdì mattina qualunque quando da Radio 105 hanno chiamato un ascoltatore. Al telefono ha risposto Luca, originario di Ponderano e australiano d’adozione.

«Cosa ci fai laggiù Luca?» gli ha chiesto il Capitano, alias Marco Galli. «Sono qui da gennaio. Sono un musicista e sto scrivendo nuove canzoni». E come in un sogno gli speaker di una delle radio più ascoltate d’Italia sono andati a pescare la canzone del giovane biellese e l’hanno mandata in onda in diretta nazionale.

Era un venerdì mattina qualunque quando da Radio 105 hanno chiamato un ascoltatore.

Al telefono ha risposto Luca, originario di Ponderano e australiano d’adozione. «Cosa ci fai laggiù Luca?» gli ha chiesto il Capitano, alias Marco Galli. «Sono qui da gennaio. Sono un musicista e sto scrivendo nuove canzoni». E come in un sogno gli speaker di una delle radio più ascoltate d’Italia sono andati a pescare la canzone del giovane biellese e l’hanno mandata in onda in diretta nazionale.

«Ma sei bravissimo Luca! Sembri il cantante dei Pearl Jam!» dicevano impressionati i dj di “Tutto Esaurito”, mentre una pioggia di messaggi di complimenti arrivavano per Luca Grandotto, in arte Bigo.

«Ancora non ci credo, si è realizzato un sogno. Sto rispondendo da quattro ore a tutti quelli che mi stanno scrivendo dall’Italia, non credevo di poter scatenare tanto entusiasmo» racconta via Skype con voce emozionata poche ore dopo la diretta, mentre il cellulare continua a vibrare in sottofondo. Per qualche strano caso del destino Radio 105 ha deciso di chiamare proprio lui e proprio ora che si trova in Australia, a Perth; per uno strano scherzo l’hanno chiamato proprio il giorno dopo il suo 26esimo compleanno, facendogli un fantastico regalo tardivo; per qualche motivo Marco Galli l’ha preso talmente in simpatia che, dopo il primo passaggio in diretta, lunedì ha riproposto la sua canzone all’interno del terzetto del Pbm, il “Partito della buona musica” (e addirittura in 5.782 hanno votato Bigo e la sua “Leaf in the wind”). «E’ un fenomeno!», hanno salutato in radio il successo. «Guarda Luca, la vita è questa, in un attimo cambia tutto».

E tutto è cambiato per davvero per Luca Bigo Grandotto: in cinque giorni in 20mila hanno ascoltato la sua canzone e in più di 3mila hanno messo mi piace alla sua neonata pagina Facebook. Perché questo modesto ragazzo ci credeva così poco nella possibilità di arrivare lontano con la musica che non aveva neanche un canale social come musicista, e si è affrettato a crearlo non appena in tantissimi hanno chiesto di lui. «Finora ho registrato con un budget limitato due canzoni, caricate sul mio profilo soundcloud: “Leaf in the wind” e “The Inventor”. Se sono riuscito a produrle è grazie agli amici che mi hanno affiancato nel progetto e che devo assolutamente ringraziare: Marco Peraldo, Andrea Bertieri e Francesco Benotti».

Luca ha cominciato a suonare a 17 anni in una band metal messa su insieme ai compagni di classe all’Itis, gli “Shadows Hunter”. «Sono un autodidatta, canto, suono la chitarra acustica e un poco di armonica a bocca. Pezzi blues e country americano». Dopo le superiori il gruppo si è sciolto e lui è rimbalzato da un complesso all’altro, approdando al progetto di solista solo pochi mesi fa. «L’unico concerto che ho tenuto come solista è stato al Walhalla il 30 novembre scorso. Poi poche settimane dopo sono partito per l’Australia».

Un viaggio intrapreso per aprirsi nuove prospettive, per rivedere il Paese di cui si era innamorato in vacanza studio durante le superiori e soprattutto per migliorare l’inglese: «E’ una lingua che mi piace molto, anche per questo scrivo i miei testi in inglese. Penso in lingua e trascrivo direttamente i pensieri, senza tradurli dall’italiano». E in inglese Bigo canta, nella sua prima canzone, “The inventor”, la ricerca di soluzioni e il bisogno di reinventare noi stessi: “Voglio essere un inventore quando crescerò / E trovare almeno una soluzione per farne un mondo migliore / passo dopo passo lavorerò, dall’alba al tramonto / perché credo ci sia un’occasione per tutti noi”. “Leaf in the wind” invece parla di un viaggio, è stata scritta pensando un po’ all’Australia un po’ a Biella: “Ho vissuto in una piccola città per anni ed anni […] / Ma quando si cresce e si desidera la libertà / Tutto ciò non può sicuramente essere abbastanza […] / C’è un intero nuovo mondo che mi aspetta / Prenderò le mie cose e andrò”. «I miei testi sono spesso biografici – aggiunge il cantante – tengo molto al mio vissuto e ai luoghi di cui ho fatto parte». 

Della permanenza in Australia racconta: «Sono qui da cinque mesi, il visto work in holiday con cui sono entrato ne dura dodici più eventuale rinnovo. Ho trovato una discreta comunità biellese da queste parti. Attualmente lavoro in un ristorante alla periferia di Perth, ma ho in previsione uno spostamento a Melbourne. Nel frattempo continuo a scrivere nuove canzoni, sono venuto anche per trovare nuova fonte di ispirazione. Qualche volta ho suonato per strada ottenendo buona risposta, la gente qui è più abituata, c’è anche una licenza da comprare per esibirsi così». Ma non è in Australia che Luca vuole rimanere. «Di Biella mi mancano soprattutto le persone, la mia famiglia e i miei amici. In questi giorni da casa ho ricevuto un abbraccio calorosissimo, la nostra sarà una città con i suoi difetti, ma ci sono nato e cresciuto e ci vivono tante persone che credono nel suo potenziale».

Senza contare che ora dovrà tornare per dedicarsi sul serio alla carriera musicale qui in Italia, dove la sua musica ha suscitato tanto entusiasmo. «Per adesso sono completamente in balia delle emozioni, la botta di adrenalina comincia a scendere ma continuo a sentirmi in dovere di ringraziare tutti quanti».

Gaia Quaglio

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