Attualità
C’erano una volta le radio locali
Erano tantissime le radio locali presenti sul territorio ai tempi d’oro della radiofonia biellese, addirittura dodici attive contemporaneamente. Una tendenza in linea con quella del resto del Paese, che a metà degli anni Settanta viveva un periodo di assestamento del settore radiotelevisivo. Qualche data per rendere più chiaro il quadro: è il 1975 quando le prime radio libere cominciano a trasmettere in un’Italia dove l’unica alternativa per il pubblico alla Rai è Radio Monte Carlo.
Radio Biella, Radio Piemonte, La Gigonda, Radio Linea Verde, Radio FM 89, Radio Chiavazza, Radio Cossila, Radio Vallestrona, Radio Amica, Music Magazine, Onda Radio, Radio Stella… Erano tantissime le radio locali presenti sul territorio ai tempi d’oro della radiofonia biellese, addirittura dodici attive contemporaneamente. Una tendenza in linea con quella del resto del Paese, che a metà degli anni Settanta viveva un periodo di assestamento del settore radiotelevisivo. Qualche data per rendere più chiaro il quadro: è il 1975 quando le prime radio libere cominciano a trasmettere in un’Italia dove l’unica alternativa per il pubblico alla Rai è Radio Monte Carlo. Nel 1976 viene decretata la fine del monopolio pubblico, le radio libere possono finalmente uscire dall’illegalità e dalle cantine dove si nascondevano: si assiste allora ad un proliferare di piccole emittenti, in un’epoca in cui l’attrezzatura necessaria per trasmettere in un’area circoscritta costa pochissimo (spesso si tratta di residuati bellici) e non richiede grandi competenze, epoca in cui dietro i microfoni siedono amatori non professionisti, che si divertono a inventare un nuovo mestiere sperimentando.
Depositari di ricordi condivisi da tutti i biellesi, i nomi delle radio locali vanno a braccetto con quelli dei dj che per anni le hanno animate, diventando vere celebrità che venivano riconosciute, al bar o per strada, dal suono della loro voce. Dalle radio biellesi sono usciti personaggi noti come Ezio Greggio, che insieme a Loredana Favaretto e Rodolfo Cirio ha dato vita a Radio Piemonte, e Maurizio di Maggio, che ha iniziato a Biella per poi passare ai grandi network nazionali e lavora oggi per Radio Montecarlo. Oltre a loro, a partire dal primo vero dj biellese, Loris Shaffar di Radio Biella, e fino all’ultimo, Peter dj, al microfono si sono alternate decine di nomi più o meno noti. Tutti, senza eccezioni, rievocano con dolce nostalgia quella magica parentesi di vita trascorsa in radio, e tutti tornerebbero seduta stante ad animare l’etere biellese con la loro voce: «E’ stato meraviglioso, appassionante, lo rifarei a occhi chiusi. La radio era una famiglia, lavoravamo tutti insieme, un’esperienza bellissima» (Michele Belli, Radio Biella); «Ho cominciato per scherzo e poi la radio ha fatto parte di più di metà della mia vita» (Gaetana Savarino, Radio Piemonte); «Ho ancora i transistor nel sangue, io sono la radio» (Loris Shaffar, Radio Biella); «L’esperienza più bella della mia vita, la rifarei altre 10mila volte» (Peterdj, Radio Piemonte); «Una cosa favolosa, una storia ripetibile» (Piercarlo Leone, Radio Biella); «Riprenderei domani stesso a fare 2 o 3 ore di radio la settimana» (Cristiano Gatti, Radio Piemonte); «Ricominciare? Subito, domani mattina!» (Giuseppe Basso, Radio FM 89). Oggi soltanto parte dei vecchi dj sono rimasti nel mondo della musica: Cristiano Gatti è attualmente presidente della Confartigianato e insegnante ai Salesiani; Gaetana Savarino ha appeso il microfono al chiodo ma è rimasta impegnata dietro le quinte di Radio City; Piercarlo Leone ha raccolto parte delle sue interviste a celeberrimi personaggi (Celentano, Scalfaro, Grillo…) in più volumi; Lele Lattarulo (che di radio ne ha passate quattro) gestisce un blog di viaggi; Michele Belli è ex insegnante di informatica e assistente amministrativo in una scuola, oltre che istruttore di calcio; Peterdj è vice responsabile del reparto multimedia all’Ipercoop di Biella; Loris Shaffar gestisce una grossa società che si occupa di imbottigliamento di prodotti vinicoli…
La grande passione che accomuna gli speaker delle vecchie radio ha dato vita ad iniziative come quella del gruppo “Le Voci delle Radio Biellesi”. Gli ex dj che lo compongono si sono già riuniti lo scorso luglio a Sordevolo con un grande successo di pubblico e ripeteranno l’esperienza questo venerdì a Cerrione. Ma fuori da queste operazioni nostalgia, il panorama attuale delle radio biellesi è desolante: nessuna delle emittenti locali è sopravvissuta negli anni della compravendita delle frequenze, Radio City è diventata la radio ufficiale della pallacanestro Biella, ma copre soprattutto Vercelli e Novara. Sulla possibilità di una rinascita di una radio biellese la speranza è comune a tutte le voci intervistate, ma sulla concreta possibilità di realizzare un simile progetto i dubbi sono molti. Giuliano Ramella, a lungo direttore responsabile di Radio Biella, nega decisamente la possibilità per la radio di contrastare i mezzi contemporanei, internet su tutti, che hanno comportato un drastico restringimento del mercato pubblicitario, decretando la sofferenza anche della carta stampata. Anche Loredana Favaretto sostiene che ci troviamo oggi di fronte a un eccesso di comunicazione su tutti i mezzi, smartphone compresi. Ulteriore ostacolo sono diventati i costi, esorbitanti sia per la concessione delle frequenze sia per le attrezzature. Angelo Giovinazzo, direttore artistico de La Gigonda, afferma come i colleghi che non si può più fare radio pionieristica. Aggiunge però, e come lui molti dj, che «la gente oggi ha ancora voglia di locale, di avere la possibilità di interagire e di diventare protagonista delle trasmissioni che ascolta per radio». Una radio ben radicata sul territorio potrebbe essere un vantaggio anche per gli imprenditori locali, che avrebbero la possibilità di accedere agli spazi pubblicitari, preclusi ai piccoli investitori sui canali nazionali.
Gaia Quaglio
(1- Continua)
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