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Le parole di Corbani al seminario sulla preparazione fisica

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Una cinquantina di persone ha partecipato domenica mattina al circolo “I Faggi” al seminario sul tema “La preparazione fisica nei giochi sportivi”.

L’obiettivo era quello di promuovere tre aspetti della preparazione fisica nel mondo dello sport.

Una cinquantina di persone ha partecipato domenica mattina al circolo “I Faggi” al seminario sul tema “La preparazione fisica nei giochi sportivi”.

L’obiettivo era quello di promuovere tre aspetti della preparazione fisica nel mondo dello sport: relatori sono stati Roberto Marocco, preparatore atletico di Pallacanestro Biella, Paolo Moisé, docente alla Scuola Universitaria Interfacoltà in Scienze Motorie di Torino, e Andrea Falla, allenatore di calcio e preparatore nel rugby in seno alla federazione.

In platea quasi tutta la squadra dell’Angelico, mentre ospite della giornata è stato coach Fabio Corbani, che è intervenuto per illustrare il suo punto di vista.

Alleno da 31  anni, ho allenato tantissimo a livello giovanile, sono stato istruttore nazionale minibasket e formatore scolastico – queste le sue parole –. Ho lavorato praticamente con tutte le fasce di età. In questi 31 anni i ragazzi, i bambini e gli adolescenti sono cambiati. Noi allenatori dobbiamo mutare la concezione della figura del preparatore fisico: 31 anni fa il preparatore era un riferimento più per la prima squadra, negli ultimi anni invece è diventato presenza essenziale per i ragazzi e i bambini e questo perché le nuove generazioni giocano pochissimo in strada. Nelle grandi città, laddove attingiamo i grandi numeri per sviluppare i futuri campioni, sono totalmente scomparsi i giochi di cortile e il concetto di multi-sport. La mia generazione, quella di Nicola Minessi e di Marco Sambugaro ha vissuto tutti gli sport, sia di squadra che individuali. Si faceva qualsiasi tipo di attività. Questa perdita ha creato preoccupanti deficit nello sviluppo delle capacità motorie dei giovani, a cominciare dalla fascia di età compresa tra i sei e i dodici anni. Per questa ragione la presenza e il lavoro qualificato del preparatore fisico in un settore giovanile diventa più importante rispetto al passato. E diventa importante anche per altre ragioni. Quando lavoravo a Treviso avevamo continui contatti con l’Europa e con giovani atleti: in quel caso la figura del preparatore fisico è fondamentale in quanto aiuto nella valutazione motoria dei giocatori. Credo molto nel lavoro del preparatore non solo a livello motorio ma anche a livello mentale: legare la mente a quell’esercizio, allenarla a spingere un peso o a fare un determinato lavoro tecnico assume un’importanza non secondaria. La mente è fondamentale anche nello sviluppo del fisico”.