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A Vaglio Colma la cascina degli animali

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L’agriturismo Rovet è anche uno dei più grandi parchi faunistici del Piemonte. Si estende su una superficie di oltre 15 ettari e ospita esemplari molto rari

Un’oasi naturale nel cuore delle prealpi biellesi. Questo è ciò che si può pensare quando ci si reca a Vaglio Colma, nel terreno di una secolare cascina che oggi ospita un vero e proprio parco faunistico, ed un agriturismo.

Una struttura originale di cui non si ritrovano, nei dintorni, precedenti simili. Il titolare, Andrea Ferrero, è un giovane con moltissimo entusiasmo, e che ancora crede nella natura e nella vita di campagna come elementi fondamentali che l’uomo, non solo dal punto di vista del portafoglio ma anche dello spirito.

«Siamo sempre stati una famiglia di allevatori e coltivatori – racconta – e già mio nonno aveva passato una vita intera ad occuparsi di allevamento e produzione di carni. E poi mio padre Gianni, che sviluppando nel tempo una passione talmente forte per gli animali si era spinto a creare, quasi per hobby, un parco faunistico di bestiame».

Non è stato facile per loro costruire quello che oggi possediamo. Andrea Ferrero parla di anni passati a digerire continui sacrifici ed enormi fatiche, anche fisiche. Un terreno incolto, abbandonato e avvolto nella morsa dei rovi, che gli animali stessi dovevano inizialmente solo ripulire dalle erbacce. Ma poi, proprio da quel terreno si inizia poco per volta a costruire qualcosa di più, e nasce Cascina Rovet. Un luogo dove si intrecciano le vite degli uomini e degli animali, al punto che non si parla più solamente di convivenza, ma anche di vera e propria “cooperazione”.

La nuova generazione di famiglia (i fratelli Andrea e Giorgia) hanno così deciso di completare l’opera del padre, prendendo sul serio il suo vecchio hobby e creando percui una vera e propria azienda agricola, che oggi vanta non solo un parco faunistico con fattoria didattica, ma anche un agriturismo e ristorante.

Proprio la fattoria didattica costituisce l’aspetto più singolare della loro attività. Un risultato del duro lavoro di tutti questi anni, che Andrea Ferrero descrive così: «Abbiamo due percorsi, che si estendono su una superficie di circa 15 ettari, e all’interno dei quali è possibile ammirare varietà animali anche molto rare. Sono molto orgoglioso del fatto che noi abbiamo costruito tutto questo nel rispetto delle norme di legge, ed oggi possiamo affermare di essere uno dei pochissimi parchi faunistici autorizzati dalla Regione. Questo dimostra anche come si possa ugualmente lavorare ed investire nel nostro paese, senza dover per forza scappare all’estero, utilizzare scorciatoie o ricorrere a pratiche scorrette ed incivili».
Il modello di fattoria didattica pensato dalla famiglia Ferrero, è curioso: gli animali vengono tenuti in recinti anche molto ampi, in modo da potersi permettere uno stile di vita simile a quello tipico dello stato brado.  L’allevamento delle diverse specie è svolto “a mano”, cioè in modo tale che gli animali si abituino fin da cuccioli alla presenza dell’uomo, e si pongano quindi in relazione con esso quasi come se fossero cani o gatti. Per questo motivo, è possibile avvicinarli mentre si passeggia tranquillamente anche all’interno delle aree recintate.

«Questa è una delle ragioni – prosegue Andrea Ferrero – per cui i bambini apprezzano molto i nostri animali. Proprio per i più piccoli, poi, abbiamo percorsi specializzati anche sulla base delle età e delle esigenze scolastiche, in modo da creare un rapporto con gli animali il più adeguato possibile».

Cervi, daini, stambecchi e caprioli rappresentano, come è naturale, la fauna principale di Cascina Rovet. Ma non mancano anche specie meno solite da queste parti, come le cosiddette “pecore svizzere dal muso macchiato”, o rapaci dalle varietà quasi introvabili. Tantissimi inoltre i volatili, dai rumorosi pappagalli ai più eleganti cigni e pavoni. Poi cinghiali, roditori e perfino un muflone.

Ma uno dei sogni proibiti di tanti bambini (e bambine soprattutto) rimane pur sempre il pony: anch’esso presente ed osservabile dal vivo. Il tutto in quasi un chilometro di percorso. Al termine ci si può ritrovare in un’aula didattica, adibita all’interno con uccelli imbalsamati e corna di cervo, in modo da permettere l’apprendimento del loro ciclo di sviluppo. Dunque, un angolo in cui è possibile rivisitare un mondo vicinissimo, ma che la società di oggi tende sempre di più a dimenticare. Proprio a questo scopo, sono sparsi in tutto il parco cartelli che raccontato la principali curiosità sugli animali presenti.

«Purtroppo i bambini di oggi – conclude Ferrero – non hanno più in mente l’idea che, per esempio, l’uovo viene fatto da una gallina, ma lo associano forse soltanto al supermercato o ad un centro commerciale. E’ necessario per tutti noi ricordarci sempre da dove arriviamo. E speriamo con questa nostra idea si sia trovato un buon modo per raggiungere questo obiettivo. La natura non può essere protetta ed apprezzata, se non viene prima conosciuta».

Il luogo quindi, che pur sembrando raro e lontano, è ad una sola manciata di chilometri dalla città. Una volta ammirati gli animali, infatti, è sufficiente alzare di poco gli occhi per godere di un panorama mozzafiato: il Brich di Zumaglia sulla sinistra, e Biella con la sua pianura che scende dolcemente verso le risaie, a destra.

Marco Comero

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