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Pausa Caffè

Il postino ha smesso di suonare

Pausa Caffè: “Infila nella buca delle lettere l’avviso di giacenza di una raccomandata, senza neppure provare a suonare il campanello e se ne va”

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Biellese, alternativa alle metropoli. E’ di questi giorni la statistica secondo la quale il 42 per cento della popolazione italiana vive già oggi in piccoli comuni o borghi.

BIELLA – “Il postino suona sempre due volte” recitava il titolo di un famoso film dei primi anni ’80. Oggi invece, il postino ha smesso di suonare. Infila nella buca delle lettere l’avviso di giacenza di una raccomandata, senza neppure provare a suonare il campanello e se ne va conscio ma incurante del fatto che quella sua mancanza costringerà il destinatario a spendere uno scampolo del proprio tempo per andare all’ufficio postale.

Mettersi in coda, esibire l’avviso di giacenza, esibire un documento d’identità, firmare una ricevuta e finalmente andarsene. Tutto questo perché il portalettere non ha avuto la voglia di verificare se il destinatario della raccomandata fosse o meno in casa. Pensavo fosse una disavventura sporadica, per caso accaduta al sottoscritto.

Ne ho parlato su Facebook ed ho scoperto in un paio di giorni che si tratta invece di prassi comune, nel Biellese e nel resto d’Italia. Addirittura ho scoperto di raccomandate arrivate e rispedite al mittente senza che il destinatario ne fosse informato. Ed allora, mi sono fatto qualche domanda.

Ma su tutte una: Poste Italiane si occupa ancora di Poste? Perché, vedete amici, negli anni ho visto Poste Italiane diventare banca, assicurazione, rivenditrice di cd, cellulari, elettrodomestici ed ammenicoli vari ed ogni volta mi sono chiesto: ma consegneranno ancora le lettere? Ci saranno ancora i postini? Arriveranno ancora raccomandate, telegrammi, pacchi? Cioè, le Poste continueranno a fare le Poste?

I meno giovani ricorderanno di certo la figura del portalettere che, come dice la parola stessa, portava le lettere, era una figura quasi di famiglia, conosceva tutti e tutti lo conoscevano, a Natale riceveva la mancia e si prendeva a cuore la distribuzione della corrispondenza. Oggi invece il postino cambia ogni giorno, si muove sempre di fretta, non suona al citofono neppure quando ha una raccomandata da consegnare (ne ho seguito i movimenti attraverso la telecamera di casa, con sincero stupore) e neppure scende dal motociclo, prende l’avviso di giacenza (già preparato, il che aggrava il sospetto della premeditazione), lo infila nella buca delle lettere e se ne va sgasando.

Chiedo spiegazioni all’ufficio postale del mio comune e mi sento rispondere: “…purtroppo i postini non dipendono da noi… ma intanto lei ha trenta giorni per venire a recuperare la sua lettera…”. E’ vero. Ho trenta giorni.

Giorgio Pezzana

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2 Commenti

1 Commento

  1. Pier Giovanni Malanotte

    11 Novembre 2022 at 13:30

    Non penso, scrivo : è da giugno 2022 che non riceve lettere, fatture, riviste e simili : e, conseguentemente, via e-mail ricevo solleciti per mancato pagamento. E ricordo un postino che servì un paese vicino a Biella per tanta tanti anni : quando andò in meritata pensione tutto il Paese lo ringrazio e ne fu amareggiato perché oltre la posta portava una parola buona, un sorriso ed anche le medicine agli anziani:
    Ma è preistoria.

  2. giacomo

    11 Novembre 2022 at 14:26

    Confermo che si tratta di una prassi comune anche in quel di Biella.
    Ma intanto ci sono 30 giorni per recuperare la lettera.
    Che amarezza.

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