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Cronaca

Villaggio Lamarmora, rissa del 16 settembre: 5 persone in carcere e 3 agli arresti domiciliari

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BIELLA – Come già anticipato in un precedente articolo, in merito alla rissa del 16 settembre al quartiere Villaggio Lamarmora, nelle prime ore del mattino di oggi, 26 novembre, la Squadra Mobile della Polizia di Stato ha dato esecuzione all’Ordinanza di applicazione di misura cautelare emessa dal Giudice delle Indagini Preliminari del Tribunale di Biella ieri, mercoledì 25 novembre, che ha condiviso le risultanze investigative della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Biella.

Altri 8 soggetti

Sono altri 8 i soggetti che quella sera avevano partecipato alla rissa. Il Gip ha disposto:

– la custodia cautelare in carcere nei confronti di 5 di essi: B.R. del 1975, B.D. del 1972, P.G. del 1988, B.R. del 1994 e P.D.M. del 1991;

-gli arresti domiciliari nei confronti di : S.A. del 1995, S.N. del 1997 e C.V. del 1967;


–l’obbligo di presentazione alla P.G. nei confronti di P.V. del 1966

I risultati sono l’esito di una complessa indagine

L’esecuzione del provvedimento di oggi costituisce l’esito di una complessa attività di indagine diretta dal Sostituto Procuratore dott.ssa Sarah Cacciaguerra e portata avanti dai poliziotti della Squadra Mobile della Questura di Biella.

Tutto trae origine dall’intervento del personale della Questura nella serata del 16 settembre 2020 all’altezza del civico 5 di via Mongrando al Villaggio Lamarmora dove era in corso una violenta rissa in cui erano coinvolte numerose persone appartenenti a due opposte fazioni riconducibili alle famiglie Bottone e Marotta, già note per diversi screzi occorsi in passato.

Già dall’esito dei primi accertamenti condotti dalla Polizia sul posto era emerso che diverse persone avevano riportato lesioni di varia natura ed entità provocate anche dall’utilizzo di armi improprie quai martelli, aste metalliche, bastoni, mazze da baseball e coltelli da cucina. Tutti gli oggetti sono stati immediatamente sequestrati.

In particolare M.V. del 1975 è stato ritrovato al suolo sanguinante, ferito al volto da ciò che si è poi scoperto essere un proiettile sparato da un’arma da fuoco di piccolo calibro.

Primi arresti subito dopo la rissa

Sono stati immediatamente arrestati, in flagranza di reato, B.N. del 1995, M.D. del 1980, M.D. del 1993 e M.S. del 1993 e deferiti in stato di libertà numerosi altre persone che avevano partecipato alla rissa.

Successivamente, l’attività tecnica d’intercettazione telefonica su diverse utenze, le dichiarazioni dei testimoni presenti ai fatti e due video che ritraevano alcune concitate fasi della rissa, nonostante la paura degli abitanti del quartiere a collaborare con le Forze dell’Ordine, ha permesso, in un primo momento, di meglio delineare e poi accertare la responsabilità di B.S. del 1982, per il reato di tentato omicidio ai danni di M.V.

Tenta la fuga e poi confessa

B.S., infatti, dopo essere scappato, su disposizione dell’autorità giudiziaria, è stato sottoposto a fermo di indiziato di delitto e rintracciato dagli investigatori in Emilia Romagna.

Lo stesso, durante l’interrogatorio effettuato dal Sostituto Procuratore e dagli investigatori, ha ammesso la sua responsabilità indicando il luogo in cui aveva nascosto l’arma.

Effettivamente la beretta calibro 6.35 è stata ritrovata completa di caricatore e cartucce tra gli alberi presso una riva scoscesa ed è stata recuperata grazie all’aiutio del personale SAF dei Vigili del Fuoco.

L’attività di indagine ha cosi consentito di raccogliere rilevanti elementi idonei per circostanziare le condotte illecite tenute dagli indagati e portare all’applicazione delle misure cautelari.

Immagine di repertorio

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