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Una città sfilacciata e senza futuro

Il commento di Vittorio Barazzotto

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BIELLA – Biella è una città piccola, con un numero di abitanti equiparabile a quello di un quartiere di Torino, che si è sempre distinta in Italia e nel mondo per la qualità del proprio lavoro e la capacità di intraprendere.

Essere un territorio piccolo ha pregi e difetti. Sul piano politico, soprattutto a seguito delle ultime riforme sul numero di parlamentari, il numero ridotto di abitanti ci fa avere un peso elettorale molto basso. Per cui alle prossime elezioni sarà improbabile essere rappresentati, a meno di non essere nelle grazie dei segretari nazionali o regionali.

Un territorio di piccole dimensioni, con una ricchezza ancora significativa e grandi potenzialità, potrebbe tuttavia puntare sull’unità, sul lancio di idee che potrebbero fare scuola per le realtà più grandi e complesse. Su questo aspetto siamo invece in forte difficoltà. La città è dimenticata dall’amministrazione che, dopo alcuni momenti di folklore post-elettorale, si è ritirata nell’ombra per le conflittualità politiche interne alla giunta, che ha unito forzatamente correnti tra loro incompatibili.

Manca un progetto per la città e ce ne accorgiamo da tanti segnali. Da quelli più evidenti, come il degrado delle vie con la pavimentazione così sconnessa da diventare pericolosa, fino all’assenza di programmi culturali e di rivitalizzazione sociale oppure di quelli economici e ambientali. Il risultato è una città sfilacciata, sporca, senza ambizioni. Non costruire il futuro comporta la fuga (sempre più) di giovani e la demoralizzazione dei residenti.

La giunta non è in grado di far agire in sinergia i soggetti che possono incidere nello sviluppo della provincia, come le fondazioni, e così ognuno segue la propria scia. A farne le spese è il territorio, nonostante le sue indubbie capacità imprenditoriali, le bellezze naturalistiche e la presenza di servizi eccellenti. La forza che ci manca va ricercata nella coesione e nella costruzione di un progetto comune di sviluppo, mettendo assieme gli attori che per ora recitano da soli su un palco con una platea sempre più esigua e scontenta.

 

Vittorio Barazzotto

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