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Storia di ordinaria emergenza

Il commento di Vittorio Barazzotto

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BIELLA – A Biella il rientro a scuola per centinaia di studenti è stato all’insegna di un’emergenza che non ha nulla a che fare con la pandemia.

La sede del liceo Sella, che raccoglie linguistico, artistico e classico, rimarrà chiusa per mesi a causa del rilievo di amianto nel linoleum dei pavimenti danneggiati di alcune aule.

La soluzione per garantire un’aula a tutti gli studenti pare che non si sia ancora trovata. Molti saranno distribuiti tra Città Studi (tra aule vere e una presunta tendopoli), Ludoteca del Villaggio, Istituto Gae Aulenti, ITIS, ma per molti altri sembra inevitabile la didattica a distanza.

Il ritorno della didattica emergenziale da casa, in assenza di una necessità sanitaria, ci fa riflettere sulla capacità dei nostri amministratori di gestire un imprevisto e segna la frattura con i cittadini sempre più in balia del destino. Supponendo che davvero tutte le aule trovino una collocazione fisica, la gestione delle lezioni sarà comunque difficoltosa per le troppe sedi su cui i professori dovranno giostrarsi.

A Biella gli spazi disponibili abbondano, come l’Istituto Santa Caterina in posizione centrale e di dimensioni considerevoli. L’intoppo è che l’istituto di via Tripoli, dopo anni dalla chiusura, non è più a norma e richiederebbe interventi di adeguamento. Ci si chiede: l’inadeguatezza dello stabile potrebbe essere superata con misure compensative o con procedure interne di sicurezza per gestire i mesi di chiusura del liceo? Si è cercato un accordo con la proprietà dell’Istituto?

Sarebbe importante sapere se è stato fatto tutto il possibile per evitare di far iniziare agli studenti un nuovo anno senza scuola, per scongiurare il rischio di veder trattata ogni urgenza come un’emergenza.

L’allestimento di tendopoli, in assenza di eventi naturali, o il ritorno della didattica a distanza, in zona bianca, crea un precedente pericoloso per una politica incapace di gestire l’ordinaria amministrazione se non ricorrendo all’alibi di un’emergenza continua. Arriveremo a sconfiggere il covid, ma siamo destinati a morire di burocrazia.

Vittorio Barazzotto

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