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Se il futuro del Biellese passa da una discoteca

Gli sbiellati, la rubrica di lele Ghisio

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Fonzarelli di provincia

Dubbio e sicumera. La fragilità dell’incertezza opposta alla certezza granitica, spesso condita da una buona dose di presunzione. Così come ormai sempre più spesso il dubbio si è fatto artificioso, insinuante, malafideistico. Di conseguenza anche il piano della discussione pubblica si è sempre più inclinato verso il basso. Fronti opposti, con nessuna voglia di accogliere il ragionamento funzionale alla comprensione, si affrontano quotidianamente dalle proprie trincee scavate nelle varie forme della comunicazione contemporanea: dalla politica ai social, dalle piazze alla mala tv.

Media che non mediano e voci che si alzano per ribadire il nulla, per poi passare ad altro. Altro nulla, che quello precedente s’è già dimenticato. Per questo diventa difficile esprimere un dubbio genuino, senza che questo venga arruolato dalla provocazione pretestuosa, interpretazione equivoca di un politicamente scorretto da noia e sbadiglio, tanto è ormai banale e diffusa la sua pratica. Chiedo perdono, come sempre, a chi ha la pazienza di leggere, ma proprio non riesco a rinunciare a questi incipit apparentemente digressivi. Mi tornano sempre utili a dare un contesto e contemporaneamente a seminare qualche tema per una riflessione a margine.

Il fatto è che qualche dubbio mi è venuto davvero, leggendo qua e là articoli di cronaca locale in cui certa sicumera si è mischiata alla fregola annunciatoria. Un’attitudine che quest’amministrazione, pur non rivendicandone l’esclusiva, ha ben introiettato come rimedio all’esiguità dei fatti o per coprire, stendendovi sopra un velo gioioso, la propria maldestrezza. Un annuncio non ha mai fatto male a nessuno, neppure se fatto a vanvera, come storia e memoria dovrebbero insegnarci.

Un’annunciazione di una decina d’anni fa, vagheggiava di un centro di oncologia pediatrica che, su iniziativa privata, avrebbe dovuto aprire a cavallo tra Biella e Gaglianico. Altra amministrazione, si dirà, ma quasi stessi amministratori e un consigliere comunale direttamente interessato. Con la Regione perplessa nel contestare che nessun progetto sanitario fosse stato a lei presentato, pur essendo titolare della gestione sanitaria territoriale, e che il progetto del centro sanitario fosse legato a un parallelo progetto commerciale ben poco compatibile. Poi, da quel nulla di fatto si è passati ad altro. Altro nulla, come si diceva, da dimenticare a sua volta fino all’annunciazione prossima ventura.

L’annuncio fresco di giornata enuncia, per bocca di un’assessora comunale, un progetto privato di una dozzina di milioni di euro giusto a cavallo tra Biella e Gaglianico, che l’assessora si premura a precisare che non conterrà nessun supermercato. Difficile prenderla sul serio, visto che il nome del progetto è “Le Vette, Biella retail park” che, tradotto dal fascino inglese, significa “parco commerciale”. Non sarà un supermercato, ma qualcosa che ci assomiglia parecchio. Altra amministrazione, ma quasi stessi amministratori e lo stesso consigliere comunale direttamente interessato.

L’assessora si affanna d’indorare la pillola definendo la ristrutturazione dell’area come uno spazio ludico, pronto ad accogliere sale cinema, palestre e discoteca. Il primo dubbio, per nulla pretestuoso, viene nel tentativo di capire se il coraggio di questa affermazione è frutto d’incoscienza o d’ingenua speranza in un’iniziativa in cui il piuttosto di niente è meglio piuttosto. Perché suona coraggioso vaticinare di “una multisala di proiezione che a Biella non si era mai vista” dopo anni di pandemia in cui le sale cinematografiche (in città ne abbiamo almeno cinque) hanno sofferto l’indicibile e il mercato ha favorito lo sviluppo delle piattaforme di streaming che, dopo le riserve rituali, ora fanno pure incetta di premi Oscar con le loro produzioni. C’è da augurare ogni bene a chi voglia investire nel settore.

Perché poi ci vuole altrettanto coraggio a dichiarare che “siamo felici di questo investimento che ‘proietta’ letteralmente il capoluogo verso un futuro a misura di giovani”. Davvero? A questo punto ognuno può immaginarsi l’emoticon che crede meglio per rappresentare il proprio stupore. Altro motivo di qualche sbigottimento, e lecito dubbio, è il desiderata assessorile secondo il quale ci vedrebbe bene una discoteca perché “se vogliamo trattenere le nuove generazioni prima che migrino verso altre zone dobbiamo offrire loro delle alternative”. Davvero? E qui dovremmo inventarci delle emoticon apposta. L’asta per lo Sporting di Santhià, storica discoteca del territorio, è andata ancora deserta. Le discoteche sembrano avere assolto la loro funzione aggregativa nel secolo scorso, ma noi siamo qui a sperare di ballare il revival. Mi sa che, tra un po’, per tenere qui i giovani ci tocca legarli.

Lele Ghisio

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1 Commento

1 Commento

  1. Paolo Castellin

    7 Maggio 2022 at 13:55

    Ricordo seppur non precisamente la fatica che ci volle tanto tempo fa per far approvare l’insediamento di una struttura medica, TERA se non erro, ai confini Biella/Gaglianico, dedicata ai tumori (occhi?) dei bambini. Ricordo anche da chi era fortemente patrocinato. Ovviamente non se ne fece nulla perché si era rivelata una quasi truffa.

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