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Nove miliardi per la revisione della funivia di Oropa. Forse occorre una pausa

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Dopo la funicolare è la volta della funivia Oropa-Mucrone. Anche questa rischia la chiusura perché si dovrà provvedere agli interventi di revisione entro il gennaio del 2022. Ma per poter realizzare questi interventi occorrono 4,5 milioni di euro. Cioè una follia.

Forse, anche a causa del logorio della vita moderna, come a suo tempo diceva il buon Ernesto Calindri pubblicizzando un noto amaro, abbiamo perso il senso del valore del denaro. Lo ha perso chi, con fare indifferente, preventiva una spesa di 4,5 milioni di euro, badate bene, per una revisione, non per il rifacimento degli impianti; lo ha perso forse il lettore che, tempestato quotidianamente dai conti dell’economia virtuale, non ci fa neppure troppo caso; lo ha perso anche l’amministratore pubblico, che lamenta la non disponibilità di quella somma, non la sua entità.

Ma, signori miei (e penso soprattutto a chi ha vissuto gli anni della rimpianta lira), lo sapete, nella vecchia valuta, a quanto corrisponde la somma di 4,5 milioni di euro? Non disturbatevi a fare conti e moltiplicazioni, ve lo dico io: 8 miliardi 713 milioni e 215mila vecchie lire! Quasi 9 miliardi di vecchie lire per la revisione di una funivia di media portata.

Una situazione simile, anche se la cifra in gioco era inferiore, ma proporzionalmente pur sempre una follia, si verificò pochi anni or sono allorquando, proprio a causa dell’enormità della spesa, l’amministrazione comunale decise di cambiare la vecchia funicolare di Biella Piazzo con gli attuali impianti, tanto enorme sarebbe stato il costo della semplice revisione. I risultati purtroppo li conosciamo e li conoscono soprattutto coloro che sono rimasti ingabbiati nelle nuove cabine, trasformate in brutti ascensori.

Mi viene da pensare, complici anche gli affanni figli della pandemia, che forse sarebbe il caso che tutti, ma proprio tutti, ci si mettesse d’impegno nel fare una riflessione approfondita sul valore del denaro. Se non si ricomincerà dai piccoli numeri, non ci sarà ripresa. In nessun settore.

Se non si accetterà l’idea di guadagnare un po’ di meno ed anche di spendere un po’ di meno, di preventivare lavori grandi o piccoli con una maggiore onestà, se non si gestirà il denaro di tutti come fosse davvero il denaro di ciascuno di noi, se non ci si riconoscerà in questi valori, non ci potrà essere una ripresa. La crescita si è fermata e il non comprenderlo o il non accettarlo, è semplicemente come ostinarsi a voler vivere fuori dal mondo.

Giorgio Pezzana

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