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Non sarà qualche rattoppo a ridarci l’anima

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BIELLA – Non sono diventato improvvisamente un austero contabile. Chi fu con me tra i banchi di scuola non mi ricorda certo per le prodezze in matematica. Però, dopo i 4,5 milioni di euro, pari a circa 9 miliardi di vecchie lire, che sarebbero necessari per la revisione della funivia di Oropa, a lasciarmi senza parole ora sono i 3 milioni di euro, pari a circa 6 miliardi della vecchia valuta, che occorrerebbero per togliere i cubetti da via Italia e fare un po’ di restyling a quello che fu, per tanto tempo, il salotto di Biella.
Togliere i cubetti di porfido? E perché? Sono da sempre, con i ciottoli, i pavimenti ideali delle zone storiche di ogni città. Si, lo so che il sindaco Corradino, in campagna elettorale, era andato per le contrade cittadine a dire che i cubetti di porfido rappresentano un’insidia per i tacchi a spillo delle signore che fanno shopping. Ma pensavo scherzasse. Ed ora invece scopro che per “salvare” i tacchi a spillo delle madame stiamo per spendere quasi 6 miliardi di vecchie lire.

Si potranno sostituire i vecchi, cari cubetti, con qualunque altra soluzione, ma non sarà una pavimentazione a riportare via Italia ai fasti passati. Non riusciranno due panchine e due fioriere e qualche pennellata di tinta alle facciate dei palazzi più vecchi a restituire a Biella la sua anima. Perché Biella l’anima se l’è lasciata rubare dai centri commerciali, come molte altre città. Ed al posto dell’anima non ha saputo porre nulla che le somigliasse almeno un po’.

Ha tolto l’anima al borgo storico del Piazzo, privandolo di quei servizi essenziali che inducono una comunità a sentirsi tale (gli uffici postali, la banca…) e li ha sostituiti con costosissimi progetti culturali che spendono assai più di quanto incassano. Biella non ha bisogno di “trovate” ad effetto, che spesso sanno di rattoppi e di improvvisazioni, ma ha bisogno di un nuovo Piano Regolatore che ne ridisegni la fisionomia e ne rilanci l’immagine. L’ultimo lo firmarono gli architetti Gaetano Lisciandra e Gae Aulenti ed è datato 1996/97. Sono trascorsi ormai 24 anni, quasi un quarto di secolo ed in quel quarto di secolo moltissime cose sono cambiate in questa città, a cominciare dall’apertura del centro commerciale “Gli Orsi” e dalla realizzazione del nuovo Ospedale, che hanno spostato a sud il baricentro del capoluogo.


Certo, sono in molti a rimpiangere la vecchia via Italia e sono in molti a pensare a ciò che potrebbe essere il borgo storico del Piazzo. Ma non è colpa della pavimentazione in cubetti di porfido se via Italia è retrocessa da “salotto” a via qualunque, mentre il Piazzo perdeva i pezzi e la città vedeva svanire 10mila abitanti in meno di quattro decenni.

Giorgio Pezzana

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1 Commento

1 Commento

  1. Simonetta

    29 Gennaio 2021 at 13:32

    Si chieda chi aveva a suo tempo autorizzato l’ apertura degli Orsi.per quanto concerne il nuovo ospedale ne plaudo la struttura più accessibile agli utenti

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