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Credo che la misura cominci ad essere colma

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Cari amici, un proverbio dice che tra il dire e fare c’è di mezzo il mare, se poi questo è attraversato da un gran numero di “sardine” la navigazione può non essere troppo agevole. E il colore verde del mare, può anche perdere brillantezza…Comunque la pensiate elettoralmente, la grande partita che si è giocata per le regionali in Emilia Romagna ci può dare alcuni spunti di riflessione utili anche dalle nostre parti… A parte il solito costume italico per cui, al termine di una competizione elettorale, tutti hanno vinto e nessuno ha perso, bisogna convenire che le persone non sono stupide come certa politica a volte vuol far passare: se si supera il senso della misura citofonando e promettendo soluzioni “condominio per condominio” il rischio è che poi, alla fine, nessuno ci creda fino in fondo. Mi faccio il selfie con te, ti do il mio incoraggiamento, ma poi voto altri. La folla è mutevole, qual piuma al vento… Ovviamente questa è una delle mille letture possibili del voto regionale appena trascorso, quello che conta è il principio: anche a Biella, di verde amministrata, si era promesso di tutto in versione “caterpillar”. Salvo poi addivenire a più miti consigli, ad esempio, con la ditta Maspero per i problemi legati all’ascensore ex funicolare o per quanto riguarda l’asfaltatura tutta cemento delle vie La Marmora o Micca che la sovrintendenza ha stoppato e che pertanto, con buona pace di Corradino e soci, dovranno essere ri-cubettate. Il “se governiamo noi il problema si risolve” non ha pagato: quando si va poi ad amministrare una città si devono fare i conti con la realtà vera che è sempre più articolata, difficile, complessa. L’aver detto in passato, da parte dell’attuale vice sindaco Moscarola, che il SERT sarebbe stato spostato in altra parte della città, l’aver visto che poi di fronte a questa nuova situazione la popolazione del rione interessato ha indetto una raccolta firme per evitare tale decisione significa una sola cosa: che con la gente coinvolta dalla decisione non si è parlato bene e a sufficienza, specie del problema di quei ragazzi che fanno uso della struttura, che prima di tutto sono ragazzi che vanno aiutati e dietro a loro magari hanno famiglie e/o genitori (se va bene) che lottano ogni giorno per loro con dolore e fatica. Le scelte che si fanno per il bene della comunità vanno sempre spiegate, condivise: diversamente portiamo avanti un discorso al solo scopo di raccogliere consensi. E la gente alla fine lo capisce se sei credibile oppure no… I consensi che sulle ali dell’entusiasmo si raccolgono tra la folla, sul palco di una cittadina di provincia o sui social sempre più polarizzati tra chi la pensa allo stesso modo e il “nemico” da odiare perché la pensa diversamente ti sembrano dovuti, eterni. Se mal riposti, invece, durano lo spazio di una elezione. Una vecchia pubblicità del confetto Falqui recitava: “Basta la parola”. Come dimostrano i tanti dietrofront che la nostra amministrazione ha dovuto fare in questi mesi questa non basta più: contano i fatti, il buon senso, il confronto, il senso della misura. Che comincia ad essere colma…

 

Luigi Apicella

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