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Con la chiusura del Losana, dopo quasi 200 anni, le suore rosminiane lasciano Biella

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BIELLA – La Comunità di Biella ha salutato sabato 3 ottobre le suore Rosminiane in un’atmosfera di festa e di commozione con una sentita celebrazione del Vescovo S.E. Roberto Farinella e del Parroco del Duomo Don Paolo, con la collaborazione dell’Associazione Crescere con Rosmini.

L’alluvione del giorno prima non ha consentito alle suore di Borgomanero, Domodossola, Milano e alla Madre Generale di essere presenti, ma il ringraziamento per l’opera svolta in tutti questi anni di presenza sul nostro territorio era doveroso soprattutto verso le sorelle dell’Istituto Losana di Biella che hanno fatto crescere tante generazioni di biellesi con gli insegnamenti del Beato Don Antonio Rosmini. I bambini e i ragazzi presenti hanno rallegrato le suore, tutti i presenti si sono sentiti una grande famiglia.

Le parole di don Paolo Boffa Sandalina

Durante l’episcopato di mons. Losana è tutto un fiorire di scuole femminili, asili infantili, scuole di montagna e preti impegnati in prima linea in quest’opera. Mons. Losana individua subito nell’abate Rosmini un valido alleato per portare avanti un preciso disegno “di educazione religiosa e civile” condiviso con il clero biellese.

Nascono così gli asili di Biella Piano, Biella Piazzo, Andorno, Pollone, Occhieppo Superiore, Candelo, Sordevolo, Sella di Mosso, Mosso Santa Maria, Pralungo, Gaglianico, Cavaglià, Bioglio, Pettinengo, Graglia, Coggiola, San Giuseppe di Casto, e poi Pray, Masseranga Viera di Coggiola, Valdengo, Crosa, Bulliana, Vaglio – Pettinengo, Trivero. Tutti affidati alle suore rosminiane e sicuramente l’elenco non è completo.

Scrive don Bessone: “questo modello pedagogico Losana-Rosmini nell’istituzione di asili è continuato a lungo nel Biellese, anche dopo la morte di entrambi. Suore, parrocchie, comuni, benefattori preti e benefattori laici, nel rispetto dei ruoli, hanno potuto realizzare, unendo le forze, ciò che difficilmente si sarebbe potuto fare altrimenti”.

È proprio in quello che ora chiamiamo “Istituto Losana” che ha preso l’avvio la presenza delle suore rosminiane a Biella, il 29 maggio 1835. Arrivavano da Domodossola le prime due suore: suor Maria Ferraris e suor Maria Giovanna Antonietti. La scuola viene aperta da Losana per “dotare la città di una scuola per le fanciulle del popolo”.

Nel 1846 viene fondato anche l’Asilo Biella Piano grazie alla generosità del cav. Cipriano Villani, di Anna Belletti e del dott. Giuseppe Blotto-Salvino. Nel 1885-1886 accanto all’Asilo Biella Piano veniva completata la costruzione dell’edificio di via Garibaldi.

All’istituto Losana fiorirà la scuola elementare, la scuola media e una scuola professionale.

La vicenda che abbiamo descritto in modo molto approssimativo è una storia di educazione dei bambini e di sostegno alla vita delle loro famiglie, di amore disinteressato ai poveri, di collaborazione ecclesiale, di intuizione delle esigenze e delle problematiche della società civile …

Con la chiusura, comunicata in modo irrevocabile il giorno 27 aprile 2020, termina la presenza delle suore rosminiane nel Biellese. Eppure c’è un lascito che non dobbiamo lasciar cadere. La presenza nella nostra parrocchia di una Scuola dell’Infanzia paritaria, l’Asilo Biella Piano, la presenza dei Fratelli delle Scuole Cristiane, altre presenza a Biella favorita dal vescovo Losana.

Chiediamo al Signore, per intercessione del beato Rosmini, di essere capaci a continuare l’opera di bene per le giovani generazioni con uno spirito “alto” di collaborazione ecclesiale e civile. Chiediamo di essere animati da un senso di riconoscenza e di gratitudine che ci ricorda che la chiesa sempre è quella realtà che riceviamo e che mai muore o vive nelle nostre assenze o presenze. È il segno del Regno di Dio che sempre è vicino alla vita degli uomini.

Scriveva il beato Rosmini: «Se noi dovessimo sperare in noi stessi, la sarebbe finita. Ma noi possiamo contare talmente sulla tenerezza di Dio, nostro Padre, che da lui stesso possiamo aspettare persino che ci muti il cuore, che produca egli in noi la corrispondenza nostra alla grazia, che ci comunichi egli stesso il coraggio e la fortezza che ci manca per fare quelle risoluzioni generose e grandi di cui abbiamo bisogno. Non ne abbiamo noi il desiderio? Ebbene, questo desiderio è la caparra che ci dà Dio di voler fare con noi dei prodigi di misericordia, perché lo stesso desiderio del bene è un suo dono”.

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