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Che tristezza vedere la scuola Marconi ridotta in questo modo

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Sono un nonno che da sempre vive a Biella. Ho la fortuna di abitare nei pressi di una scuola media; la scuola Guglielmo Marconi.

Perché sono così fortunato? Perché fino a pochi mesi fa era piacevole sentire ragazzine e ragazzini entrare ed uscire da scuola; sarà perché sono un nonno ma le loro voci mi facevano sentire giovane e mi mettevano allegria! Il Covid 19 ha pensato bene di spezzare quel rapporto con le voci dei giovani.

Fino a pochi giorni fa non si sapeva come le scuole avrebbero riaperto le aule. Poi, tra le nuvole, uno squarcio di sereno; la ministra Azzolina comunica che a settembre, non ho capito quale giorno, le scuole riapriranno.

Finalmente il quartiere riprenderà vita! Mi affaccio dal balcone di casa e non vedo più la scuola, o meglio non vedo più il fabbricato.

È stato aggredito da ogni specie vegetale; cespugli di ortensie che hanno coperto le scale, erbe stile savana e piante di ogni tipo. I ponteggi esterni messi, suppongo, per qualche lavoro edile, facilitano la salita a edere e rampicanti. Il cortile esterno è diventato il deposito di qualche ditta di laterizi. Pensandoci bene, alcune settimane fa sulla stampa locale era uscito un articolo in cui si comunicava che i lavori alla scuola erano stati sospesi perché gli alberghi erano chiusi.

Scuola, lavori edili, alberghi, riapertura a breve… non capisco più niente

La mia curiosità mi ha portato a telefonare all’ufficio tecnico del comune di Biella, esprimendogli la mia costernazione per la situazione, anche per il fatto che tra sei o sette settimane la scuola dovrà ospitare un discreto numero di insegnanti e allievi.

Un signore, responsabile per i lavori pubblici, mi ha ringraziato per la segnalazione (forse non si sa che c’è una scuola in via Addis Abeba).

Una domanda? Qualcuno si rende conto (polemica banchi a parte) che così stando le cose, gli studenti riprenderanno le scuole in un cantiere con tutti i rischi che ne derivano?

Manrico Rossi

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