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UFFICIALE: Gilardino sbarca in Cina

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Alberto Gilardino è pronto per l’avventura asiatica al Guangzhou Evergrande di Lippi. Avrà il 38 – «la somma fa 11, il mio numero», dice – ma prima di abbandonare l’Italia ha voluto togliersi un paio di sassolini dalla scarpa in una bella intervista apparsa sabato su “La Gazzetta dello Sport”, proprio alla vigilia di raggiungere la terra di Mao, accompagnato dalla moglie Alice e dalle tre figlie, Ginevra (che frequenterà la scuola americana, ndr), Gemma e Giulia.

Alberto Gilardino è pronto per l’avventura in Cina al Guangzhou Evergrande di Lippi. Avrà il 38 – «la somma fa 11, il mio numero», dice – ma prima di abbandonare l’Italia ha voluto togliersi un paio di sassolini dalla scarpa in una bella intervista apparsa sabato su “La Gazzetta dello Sport”, proprio alla vigilia di raggiungere la terra di Mao, accompagnato dalla moglie Alice e dalle tre figlie, Ginevra (che frequenterà la scuola americana, ndr), Gemma e Giulia.

«Lascio il Genoa con dispiacere perché è stato Giampiero Gasperini (l’allenatore del Grifone, ndr) a spingere per la mia cessione. Poi perché sono considerato vecchio, ma guardate cosa sta facendo Klose in Nazionale, posso farlo anch’io. Comunque tornerò, voglio i 200 gol in A».

Un arrivederci più che un addio. Questa è l’intenzione dell’attaccante biellese, che prosegue nella sua spiegazione sui motivi che lo hanno portato al divorzio dalla serie A: «Agli allenatori italiani servirebbe un po’ più di apertura mentale e meno stereotipi. Gasperini ha spinto per mandarmi via dal Genoa, una follia. La Cina sarà una grande occasione di crescita personale e culturale per me e la mia famiglia (e i 5 milioni di euro all’anno, per due anni, sono un buon biglietto da visita, ndr), così ho convinto la mia compagna, ma tra due anni e mezzo appunto vorrei chiudere in serie A per raggiungere i 200 gol».

La ferita col nostro calcio è aperta e sanguinante: «Dispiace – ammette in proposito – che il livello del nostro calcio sia un po’ ribassato e dispiace che tante società non abbiano pensato a me in questo mercato. Con la mia partenza spero di dare un segnale di cambiamento». Come sarà la vita in Cina però Gilardino lo spiega in poche parole ma convinte: «Alessandro Diamanti (già compagno a Bologna e al Guangzhou da gennaio, ndr) – racconta – mi ha convinto ad accettare la destinazione e Lippi è una garanzia. Con lui la squadra è cresciuta molto e per organizzazione vale Juventus, Inter e Milan. Hanno vinto e vogliono rivincere. Abiterò nel medesimo grattacielo dello stesso Diamanti, sopra un centro commerciale con ristoranti italiani. La mia bimba più grande andrà in una scuola americana dove imparerà cinese e inglese. Alice all’inizio era un po’ scettica, ma l’ho convinta. Tra due anni torneremo in Italia con una storia da raccontare».

Infine si ritorna a pensare all’azzurro e a questo proposito arriva una piccola stoccata nei confronti dell’ex commissario tecnico Cesare Prandelli: «Avevo rinunciato alla proposta di Toronto (a gennaio, 2 milioni di euro netti a stagione, ndr) per guadagnarmi la convocazione – ribadisce il Gila dopo aver espresso lo stesso pensiero su twitter -. So di non avere colpe visto come sono andate le cose. Prandelli mi ha lanciato nel Parma e non cambio giudizio su di lui, ma la delusione umana è stata profonda. Almeno una telefonata la meritavo. In questo gruppo non c’era un animale d’area. Io, Destro, Toni, Di Natale, Rossi, tutti a casa…. Balotelli e Immobile non lo sono. Anche dai ragazzi ho ricevuto un solo sms, ma il calcio è questo. Amici veri ce ne sono pochi».
E allora… in bocca al lupo, campione!

a.r.

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