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Se una notte d’estate un sognatore…

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Questa pazza estate biellese riserva sempre sorprese e, così, la notte scorsa – complice una straordinaria luna piena – ho fatto un sogno (forse) premonitore. In questo viaggio onirico l’ex Sindaco di Biella, Donato Gentile, tornava alla origini e aderiva al Partito Democratico.

Questa pazza estate biellese riserva sempre sorprese e, così, la notte scorsa – complice una straordinaria luna piena – ho fatto un sogno (forse) premonitore. In questo viaggio onirico l’ex Sindaco di Biella, Donato Gentile, tornava alla origini e aderiva al Partito Democratico. Chi ha avuto modo di parlargli in campagna elettorale ricorderà che il buon Dino – magari consapevole dello tsunami Renzi che si stava abbattendo anche nelle urne biellesi – andava ripetendo che lui era più renziano di Cavicchioli.

Ecco, forse, perché il nostro è stato così generoso di “baci&abbracci” la notte della vittoria del centro-sinistra verso il nuovo primo cittadino ed ecco perché, in questo primo mese, Forza Italia e le sue appendici civiche sono rimaste silenti: non una parola sul pasticcio della Tari – almeno per provare a difendere una scelta fatta giusto tre mesi fa dall’ex Sindaco/Assessore -, non un filo di voce per commentare le prime, timide, proposte dell’Esecutivo Cavicchioli; ma, soprattutto, ecco perché – in puro stile nazionale ed europeo “larghintesista” – tutti i sindaci (compresi ovviamente i “berluscones”) hanno votato un uomo del PD, nella prima nomina utile, alla Presidenza dell’Azienda Turistica Locale.

Gli “amorevoli sensi” che si sono prodotti nel primo Consiglio Comunale di giugno tra Gentile e Cavicchioli poi,  se per Marco  sono un’autostrada spianata per attuare il proprio programma senza intoppi e opposizioni, per l’ex Sindaco potrebbero essere un’ottima strategia per il riposizionamento. Un riposizionamento che, ovviamente, potrebbe coinvolgere altri della sua oramai esigua truppa, a partire dal consigliere Amedeo Paraggio, elevato alla carica di Vice Presidente del Consiglio Comunale in un (non) dichiarato accordo PD-FI per le cariche istituzionali.

Paraggio è stato il consigliere più silente della scorsa legislatura, in Commissione come in aula; tuttavia, alcuni suoi voti “dissidenti” hanno coinciso con nomine nei consigli di amministrazione di società pubbliche, come Seab e ATC, dove percepisce importanti emolumenti come revisore dei conti e che andranno in scadenza solo tra qualche anno. C’è una strategia in FI? Addirittura un accordo “implicito” con qualche democratico? Oppure un più prosaico “si salvi chi puo’”? Questo il mio sogno non lo diceva, mentre si concludeva con alcuni dirigenti PD affatto turbati dal “ritorno a casa” di Gentile e dei suoi.
In verità più che un sogno il finale era un incubo.

(www.alasinistra.org)

Roberto Pietrobon

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