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Occhio ai rompicall – VERSIONE INTEGRALE

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Non volevo proprio scriverla questa paga, mi sono preso un mese di pausa risottiera, ma al termine di questa giornata (è giovedì) voglio raccontare un’esperienza per me nuovissima ma, mi dicono, ad altri comunissima.  Vivo fuori casa per lavoro e per diporto.   Oggi i postumi di una bronchite mi hanno però consigliato le mura domestiche dove, solo soletto, ho deciso di mettere in stand by mente, membra e bronchi.

Ma dalle 9 alle 20 ho ricevuto, mediamente ogni venti minuti, una trentina di chiamate telefoniche ognuna delle quali cercava di vendermi qualcosa.  Le ho suddivise per gruppi.
Pannelli fotovoltaici, una decina, mitragliate insistenti a cui, a fronte delle mirabolanti tecnologie e dei prodigiosi risparmi promessi, inizialmente ho balbettato vigliaccamente la scusa che dell’energia e dei suoi impieghi in casa si occupa mia moglie (“che adesso non c’è”).  Richiamassero.  Poi ho trovato la soluzione, la stessa che da anni mi aiuta a schivare i testimoni di geova a cui dichiaro, inorridendoli, di essere un convinto evoluzionista darwiniano.  “Guardi – ho detto prima esitante e poi sempre più baldanzoso alla rompicall di turno – vivo in un edificio tutelato dalla soprintendenza con vincoli che impediscono ogni superfetazione, dai pannelli in giù”.  Funziona, la consiglio vivamente.

Energia, da tutte le sigle conosciute e altre a me ignote. ” La compri da me che gliela faccio pagare pochissimo;  io gliela regalo; e io ci aggiungo una bambolina e un pacchetto di wafer”.  Qui la moglie assente è stata l’unica mia salvazione.

Telefono, tutti i millanta gestori.  Tariffe, prezzi, sms omaggio, apparecchi in grado di far di conto con le particelle elementari, linee satellitari, collegamenti spaziali.  Fermi, basta: io uso ancora il telefono con la ruota sulla pancia.  Parlate a mia moglie. Beneficenza, quattro chiamate da tizie sempre diverse che, sapendo la mia famiglia sensibile al problema (qui mia moglie in passato deve aver avuto più di un cedimento) mi chiedevano i soliti cinque euro per bimbi malati di nonsochecosa.  Alla quarta chiamata, sempre per soccorrere la stessa sfiga, ho consigliato la chiamante di parlarsi con le colleghe, a meno che la strategia non fosse quella di mettere insieme quattro per cinque uguale venti euro.  Comunque chiamassero mia moglie.

Infine, quasi patetico, un venditore di olio che, sapendomi buongustaio (ma va ?!), mi ha proposto sei bottiglie di un olio extravergine con cintura di castità al modico prezzo di euri venti a bottiglia.  Tutto compreso, incluse le risate e gli sfottò in famiglia.  Io da montanaro preferisco il burro, mia moglie forse no: senta lei.
Tutti, ma proprio tutti, domani hanno guarda un po’ un loro funzionario in paese disposto a venirmi a miracol mostrare.  Saranno una quindicina, e devo organizzare i turni.  No, io domani non ci sono, ho già la valigia pronta.  Emigro.   

Giuliano Ramella

La  rubrica di Giuliano Ramella viene pubblicata tutti i sabati sulla Nuova Provincia di Biella in edicola a solo 1,20 euro.

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