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Mi intrippo per tutto

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Si Sbiella la rubrica di Cecilia Sacco

Si tratta di una parola composta, che rimanda alla lingua inglese. Il verbo in questione deriva dal termine “trip”, anglicismo che tradotto letteralmente significa “viaggio”, ormai entrato nel gergo comune per indicare specificamente uno stato di alterazione psico-fisica dovuto all’assunzione di sostanze allucinogene. Con l’aggiunta dell’aggettivo “bad” (bad trip), si indicano nello specifico le esperienze psico-fisiche definibili come negative o spiacevoli per il soggetto. Il verbo “intrippare” nel gergo giovanile vuol dire fare uso di sostanze stupefacenti, drogarsi. Col tempo è estrapolato dal gergo della droga e inserito nel linguaggio giovanile comune; ha “addolcito” il suo significato, indicando qualcosa che suscita un forte interesse e che appassiona molto, quasi come se fosse un trip. I giovani biellesi usano molto questo termine per indicare qualcosa che li esalta. Ci si può ‘intrippare’ per una canzone, per un libro, per una ragazza, per una vacanza; l’essenziale è essere ‘presi bene per qualcosa’.

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