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Le “supercazzole” dei renziani locali

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Seicentomila euro per non lasciare, da gennaio, i nostri studenti al freddo nelle aule scolastiche e paesi e frazioni isolati da una possibile nevicata. Questa è la promessa che, venerdì scorso, il Governatore del Piemonte Sergio Chiamparino ha fatto al biellese.

Seicentomila euro per non lasciare, da gennaio, i nostri studenti al freddo nelle aule scolastiche e paesi e frazioni isolati da una possibile nevicata. Questa è la promessa che, venerdì scorso, il Governatore del Piemonte Sergio Chiamparino ha fatto al biellese.

Questo impegno sarà onorato – ha detto l’ex Sindaco di Torino –  nonostante la “legge di Stabilità” che taglierà ulteriormente i trasferimenti dallo Stato centrale alle Regioni. Non c’è da gioire insomma, perché se momentaneamente la Provincia di Biella è salva, non lo sono i conti degli enti locali, massacrati da una manovra economica che, a detta di molti analisti, fa rimpiangere i cosiddetti “tagli lineari” di Tremonti e Berlusconi.

In buona sostanza, il governo del giovane Renzi, per pagarsi una lunghissima (?) campagna elettorale a suon di 80 euro e detassazioni alle imprese, scarica i costi sociali dei suoi spot in maniera cieca e irresponsabile sui governi di prossimità.  Nulla di più e niente di nuovo rispetto a quanto veniva fatto da Berlusconi che, mentre toglieva l’ICI, tagliava risorse agli enti locali e massacrava tutti i settori della pubblica amministrazione e dello stato sociale. Allora, è bene ricordarlo, molti Sindaci inscenarono proteste clamorose. Forse era più facile: la maggioranza dei Comuni italiani ha sempre avuto una prevalenza di Amministratori di centro sinistra e, contro il “Caimano”, era più semplice (ed elettoralmente più redditizio) protestare.

A guardare le foto dell’incontro tra la Giunta Chiamparino e il biellese, spiccavano in prima fila molti politici locali. Il neo Presidente della Provincia (sì, non l’avete votata ma esiste ancora, nonostante gli annunci di morte) Emanuele Ramella Pralungo, la Senatrice Nicoletta Favero, il Senatore Gianluca Susta, il Consigliere Regionale Vittorio Barazzotto. Tutti esponenti che, seppur in maniera diversa, potremmo definire – come lo stesso Governatore piemontese – di provata fede renziana.

Sarebbe interessante, a questo riguardo, se i due senatori Favero e Susta – qualora la manovra non cambiasse – si alzassero e dicessero nell’aula di Palazzo Madama un perentorio: “io non ci sto”. Potrebbero dimostrare, per esempio, di non aver dimenticato da dove provengono e soprattutto che l’ente locale (in questo caso il Comune di Biella) è stato il loro trampolino di lancio per conquistarsi la poltrona dorata. Altrettanto potrebbero fare, almeno simbolicamente, l’ex Sindaco di Biella Vittorio Barazzotto e il neo Presidente Ramella Pralungo. Potrebbero rispolverare il famoso #occupyPD e pronunciare anche loro un forte “io non ci sto” ad aumentare le tasse, a tagliare i servizi, a togliere i diritti. Sono certo invece che, come novelli Tognazzi, si produrranno in “supercazzole” per poter giustificare le proteste a Biella e in Piemonte contro il governo Renzi, ma anche per sostenere il giovane Matteo.

Perché, con il PD al 41 per cento, un posto a tavola si trova sempre. Anche se si rischia di fare solo il cameriere. 

www.alasinistra.org

Roberto Pietrobon

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