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La terra è di tutti

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Spiace doverne parlare una settimana dopo. Spiace averne letto poco (e male) sugli organi di informazione locale.

Eppure, venerdì scorso al Chiostro di San Sebastiano, la giornata del rifugiato è stata una manifestazione per certi versi davvero eccezionale.

Spiace doverne parlare una settimana dopo. Spiace averne letto poco (e male) sugli organi di informazione locale.

Eppure, venerdì scorso al Chiostro di San Sebastiano, la giornata del rifugiato è stata una manifestazione per certi versi davvero eccezionale. Non mi interessa riprendere qui le polemiche di chi ha contestato lo slogan “il cielo è di tutti” che, citando un marxista non pentito come Gianni Rodari, a qualcuno è apparso un riferimento troppo “religioso”. Non mi interessa neppure discutere di chi ha realmente organizzato quella serata e di chi ha furbescamente provato a metterci il cappello.

Il dato è racchiuso nella partecipazione di oltre 1500 persone a quell’appuntamento, nel senso che ho provato io e tutti coloro con i quali sono riuscito a scambiare idee e impressioni: noi non siamo razzisti. E non perché siamo mossi da un “buonista” senso di fratellanza verso chi scappa da guerra, fame e miseria affrontando e sfidando la morte ma perché sappiamo che tutti possiamo essere vittime di razzismo. E, soprattutto, abbiamo ben chiaro cosa significhi il razzismo. Sappiamo che il razzismo è quella manifestazione, spesso istintuale, ma quasi sempre mossa da una parte politica, che si fonda sul presupposto che esistano razze umane biologicamente e storicamente superiori ad altre razze. Invece, come ci dicono la scienza e la coscienza, siamo tutti esseri umani, cittadini e cittadine di questa terra che per mille ragioni migrano da una parte all’altra del globo.

Mille cinquecento persone non sono di certo la maggioranza del biellese ma sono certamente di più di tutti quelli che hanno manifestato con leghisti e fascisti in questo periodo, sono decisamente di più di quelli che commentano e offendono su facebook, sono decisamente di più anche di quelli che visitano certi siti locali che danno solo libero sfogo ai peggiori sentimenti xenofobi. Per questo possiamo dire che venerdì ci siamo ripresi la piazza. Quella reale, non quella virtuale nella quale, per mesi, abbiamo visto vomitare odio, rancore e ignoranza.

Venerdì scorso, quindi, non il cielo ma la terra è sembrata, almeno per una sera, davvero di tutti. Tutti e tutte insieme a ballare, tutti e tutte insieme ad ascoltare le storie di chi scappa dalla fame e dalla guerra. Biellesi e migranti. Italiani e africani. Donne e uomini. Vecchi e bambini. Io mi sono sentito meno solo quella sera nel sapere che esiste ancora chi crede nell’umanità e non nell’odio e ri-conosce che in un barcone in mezzo al Mediterraneo non ci sono solo somme di problemi da ignorare ma moltitudini di vite da salvare.

www.alasinistra.org

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