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Il vecchio ospedale e la proposta Faraci

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Visto l’assordante silenzio che ha accolto le sollecitazioni che, da queste colonne, ha fatto Giuliano Ramella sul futuro del vecchio Ospedale, provo ad avanzare, timidamente, alcune riflessioni. La  classe politica che governa questo territorio appare totalmente inadeguata (e non da oggi) ad affrontare le criticità e le sofferenze che attanagliano il Biellese.

Le proposte che vengono avanzate servono, in molti casi, solamente ai diversi protagonisti per avere quella mezz’ora di gloria che un post su internet o sui social network può generare. Invece, la scorsa settimana, proprio sul futuro del vecchio nosocomio di Via Caraccio, c’è stata un’ipotesi di riutilizzo che andrebbe, a mio avviso, approfondita e portata avanti e che, guarda caso, i suddetti politici si sono ben guardati dal farla “rimbalzare”.

Il giovane consigliere provinciale Giuseppe Faraci ha dichiarato, in qualità di neo delegato all’Istruzione in Provincia, che da subito (cioè per il prossimo anno scolastico) potrebbero essere trasferite alcune classi dell’Istituto Alberghiero, attualmente a Trivero, nello stabile al centro di Biella.  La struttura avrebbe già molti requisiti di idoneità per ospitare le classi, soprattutto per le cucine attrezzate e gli ampi spazi. Questa proposta che, non a caso, viene da un giovane amministratore che da circa vent’anni risiede a Biella e conosce molto bene il mondo della scuola, potrebbe essere la chiave di volta per non trasformare in una “bomba sociale”, o peggio, il vecchio “degli Infermi”. Perché, come giustamente scriveva Ramella sabato scorso, il profluvio di parole è stato già speso e, quindi, è tempo dei fatti.

Questo sarebbe un tassello, non risolutivo, per immaginarci il nuovo nel vecchio e potrebbe silenziare lo stucchevole balletto di certi politici che, nel giro di sei mesi, hanno già proposto e contro proposto almeno tre differenti soluzioni per il vecchio nosocomio. Quella di Faraci sta in piedi e credo abbia anche solide gambe sulle quali camminare, a partire dai diversi attori istituzionali coinvolgibili (ASL, USP, Regione, Provincia, Comune…) che potrebbero, per una volta, fare sinergia e pensare al meglio per il nostro territorio. E poi, lo sappiamo tutti che dalla buona tavola vengono le buone idee. E anche molte delle migliori eccellenze del nostro paese.

Roberto Pietrobon

www.alasinistra.it

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