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“Il Biellese prenda atto di ciò che ha perso e sta perdendo”

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Finalmente c’è qualcuno che si occupa di Città Studi oltre alla Fondazione Cassa di Risparmio di Biella. E’ il nostro Presidente del Consiglio Renzi, che nel rapporto sulle società partecipate dagli enti locali precisa che essa ha un indice di efficienza negativo del 3,47%. Ma qualcuno avrebbe dovuto precisare che Città Studi, al di là della forma giuridica di società per azioni, è una scuola ove si svolgono corsi di studi da parte dell’Università di Torino e del Politecnico di Torino

Finalmente c’è qualcuno che si occupa di Città Studi oltre alla Fondazione Cassa di Risparmio di Biella.

E’ il nostro Presidente del Consiglio Renzi, che nel rapporto sulle società partecipate dagli enti locali precisa che essa ha un indice di efficienza negativo del 3,47%.

Ma qualcuno avrebbe dovuto precisare che Città Studi, al di là della forma giuridica di società per azioni, è una scuola ove si svolgono corsi di studi da parte dell’Università di Torino e del Politecnico di Torino e offre una vasta gamma di servizi che debbono essere finanziati come tutte le altre scuole di ogni ordine e grado.

Che senso ha parlare di indice di efficienza (che a questa stregua andrebbe stabilito per tutte) essendo certo che i costi del pubblico servizio scolastico debbono essere finanziati, non essendo evidentemente coperti dalle tasse scolastiche.

Anzi preciso che Città Studi ha un costo (passivo) di circa 2 milioni, mentre il patrimonio netto è rappresentato soprattutto da aule e laboratori.   

Spero almeno che la puntualizzazione del governo Renzi serva ad attirare l’attenzione sulla realtà e sulle necessità di Città Studi, a meno di non voler pensare a qualche fusione di fatto, come è già avvenuto per la nostra banca, o magari per la Sace (aeroporto) il cui passivo comunque nel presente anno è quasi dimezzato rispetto ai dati del 2012 e che svolge anch’esso un servizio per il territorio.

E’ ora che il Biellese prenda atto della sua realtà, di tutto quello che ha perso e che sta perdendo, altrimenti non c’è da nutrire la speranza di una rinascita.

Il Presidente

Luigi Squillario

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