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I cinque dell’Ave Maria

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Sono i cinque rappresentanti delle istanze biellesi ai livelli istituzionali più alti, il Parlamento nazionale e quello regionale. Appartengono a quattro diversi partiti che coprono l’intero arco politico: sinistra, centro, destra.  Ma hanno in comune il fatto di avere preso qui, dai biellesi, i voti per essere eletti e formano la squadra più numerosa nella storia delle rappresentanze parlamentari biellesi proprio nel momento in cui il nostro territorio conosce l’agonia del presente e l’angoscia del futuro.

Vittorio Barazzotto, 56 anni, dottore commercialista, in politica dal 1987 come consigliere comunale e assessore, sindaco di Biella dal 2004 al 2009, dal giugno di quest’anno consigliere regionale di maggioranza del Piemonte.

Nicoletta Favero, 59 anni, maestra elementare, consigliera comunale a Biella dal 2001 al 2013 e titolare di assessorato fino al 2009, eletta al Senato nel marzo 2013, Segretario della Commissione che si occupa di lavoro e previdenza sociale.

Gilberto Pichetto, 60 anni, dottore commercialista, in politica dagli anni ’70 del secolo scorso, è stato molte cose: vicesindaco di Biella, consigliere e assessore regionale, senatore, vicepresidente della Regione Piemonte; è attualmente consigliere regionale capogruppo di minoranza dopo essere stato battuto da Chiamparino per la presidenza.

Roberto Simonetti, 41 anni, geometra, in politica da vent’anni, dal 2008 al 2013 deputato e contemporaneamente, dal 2009, presidente della Provincia di Biella che lascia nel 2012 per ricandidarsi, senza successo (primo degli esclusi), al Parlamento in cui fa ritorno due settimane fa a seguito delle dimissioni del valsesiano Gianluca Buonanno eletto al Parlamento europeo.

Gianluca Susta, 58 anni, avvocato, sindaco di Biella per 12 anni (dal 1992 al 2004) dopo essere stato assessore per 13 (dal 1979 al 1992), vicepresidente della giunta regionale piemontese, parlamentare europeo dal 2006 al 2013 quando viene eletto con Monti al Senato diventando, dopo varie traversie, presidente del gruppo parlamentare.

Sono i cinque rappresentanti delle istanze biellesi ai livelli istituzionali più alti, il Parlamento nazionale e quello regionale.

Appartengono a quattro diversi partiti che coprono l’intero arco politico: sinistra, centro, destra.  Ma hanno in comune il fatto di avere preso qui, dai biellesi, i voti per essere eletti e formano la squadra più numerosa nella storia delle rappresentanze parlamentari biellesi proprio nel momento in cui il nostro territorio conosce l’agonia del presente e l’angoscia del futuro. Agonia e angoscia che coincidono con la crisi, e in qualche caso la dissoluzione, delle istituzioni e dei centri di potere che hanno governato il Biellese e che ora, in uno scenario di catastrofica perdita di sovranità, sgovernano sè stessi e si pongono in liquidazione coatta.

La Provincia è in coma e a settembre imploderà insieme al cosiddetto “Sistema Biella”;  le associazioni di categoria, un tempo potentissime, sono alla canna del gas: l’Unione Industriali si è fusa con quella di Novara e ne è diventata una filiale, i commercianti e gli artigiani perdono soci e le loro voci si levano per strazianti e inascoltati lamenti mentre botteghe e laboratori chiudono a ritmo parossistico; la Camera di Commercio è in procinto di sparire secondo le intenzioni riformatrici di Renzi; la Fondazione Cassa di Risparmio di Biella, l’ultima cassaforte del Biellese, è ridotta al lumicino, messa in ginocchio dalla “cura” dei padroni astigiani di Biverbanca e sull’orlo di una crisi di nervi per la necessità di trovare entro quest’anno un successore a Luigi Squillario tra la sua non rieleggibilità e la tentazione/bisogno di farne il presidente a vita. Sembrano resistere i Sindaci, ma in una logica da cuius regio eius religio, chi ha il potere del campanile impone la propria religione, e questo non favorisce quelle azioni coordinate di cui il territorio ha assoluta necessità.

Allora restano i cinque che tutti ci rappresentano e da cui tutti dobbiamo pretendere che elaborino e si pongano alla guida dei processi e delle azioni di cui il Biellese ha bisogno per sopravvivere.

Una lobby territoriale che, superando divisioni, accantonando storie personali, soffocando ansie da prestazione per la visibilità individuale, dia vita ad una consulta permanente sulle cose da fare e sul modo più efficace per farle agendo come gruppo di pressione e rendicontando il loro agire non ai partiti di appartenenza ma direttamente alla gente che li ha votati. E’ difficile?  Certo.  E’ impossibile?  Balle.

La politica è l’arte del possibile, la scienza del relativo, sostenne Bismarck, e ai nostri cinque politici di prima grandezza chiediamo ora di fare squadra, di smetterla di mandarci comunicati sulle interpellanze e le interrogazioni sui massimi sistemi o, peggio, sul nulla.

La casa brucia, servono asce e idranti.  E pompieri esperti.  I disertori, i latitanti e i benaltristi cambino mestiere.

giulianoramella@tiscali.it