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Grazie cari carabinieri

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Tanti hanno preso strade diverse, tanti hanno cambiato macchina… abbiamo fatto salire sulla nostra vita finti indiani, falsi cow boys, abbiamo scelto di non diventare astronauti o ballerine, attori, o medici ma il ricordo della macchina più desiderata da tanti di noi, tanti anni fa, resta lo stesso; un ricordo che ci riporta ai grandi magazzini che non ci sono più ed ai nuovi che regalano tutto a poco prezzo: la macchina dei carabinieri.

Ci sono bambini diventati adulti che hanno preso strade opposte, che hanno deciso di farsi inseguire da quella macchina, che hanno deciso di tirare pietre contro di essa, di darle fuoco. Facendolo hanno dimenticato che da piccoli quella macchina era simbolo di sicurezza, posteggiata  sotto il lettino mentre fuori imperversava il temporale, dopo un film che aveva lasciato pezze di paura, davanti la porta della cameretta immobile come a immaginare che nessun adulto avrebbe potuto superarla con un semplice balzo, perché non era una macchina normale, portava la scritta: “Carabinieri”.

Chissà perché in fondo quella macchina è stata da sempre il simbolo dell’idea che tra noi e il pericolo ci fossero loro, invisibili ma presenti, capaci di non sbagliare mai, di essere un posto di blocco per le nostre paure più profonde di bambini.

Sono passati gli anni e quella macchina l’abbiamo vista per strada tante volte, spesso ci ha fermato e perché no, incutendoci quel timore che noi stessi volevamo da lei quand’eravamo piccoli, perché la macchina dei carabinieri non doveva spaventare ma proteggerci senza distinzioni anche da noi stessi e da nostri errori.

Con gli anni abbiamo imparato che sulla quella macchina sono seduti uomini, ragazzi, padri di famiglia, con i loro pregi e i loro difetti. Abbiamo imparato che la macchina non sbaglia mai, a volte gli uomini si e che paghino non paghino non possono cancellare un simbolo, un’idea .

Quell’idea che ci sono ragazzi e ragazze che decidono per pochi euro di servire non lo Stato, ma noi, le nostre famiglie, i nostri figli. In un mondo dove le istituzioni sono ormai l’antitesi del cittadino, dove abbiamo imparato a essere noi gli indiani, i carabinieri restano l’esempio di una gioventù che sceglie di stare dalla parte della nostra vita, proprio come , quando eravamo piccoli, mentre fuori tuonava e volavano le streghe, loro con la loro macchina e quella scritta “ Carabinieri” ci aiutavano a prendere sonno sapendo che eravamo al sicuro.

Alberto Scicolone

La rubrica di Alberto Scicolone viene pubblicata ogni mercoledì sulla Nuova Provincia di Biella