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Forza Italia e i signorotti locali delle tessere

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E’ notizia di questi giorni che Forza Italia si appresta a celebrare i congressi cittadini. I congressi sono stati per vent’anni  quei momenti  inutili dove si arrivava sempre con l’accordo in nome della pace sociale fra le anime del partito.

Ho fatto parte ed ho partecipato a questo meccanismo per tanti anni rendendomi  conto  che il congresso invece che divenire momento di aggregazione e crescita diviene mero gioco politico dove le regole si dettano in base al numero di tessere portate.

Certo, la corsa alle tessere è una trovata intelligente che in nome di un potere ormai inesistente muove i signorotti locali a cercare iscritti e dunque soldi per le casse del partito.

Nulla di più. Mi spiace dirlo con amarezza, ma veramente nulla di più. Nessun confronto fra anime vicine alla destra sociale, altre vicine al socialismo, altre all’area liberale. Solo una piccola e inutile prova di forza sulle ceneri non solo di un movimento che era di massa ma anche e soprattutto sulle ceneri di un territorio.

Mozioni? Emozioni? Nulla di tutto questo. Quando ho letto che ripartiva la stagione dei congressi ho provato profonda amarezza per questa bandiera che tanto ha dato alla mia vita a livello emozionale, che tanto mi ha entusiasmato nel suo essere baluardo di libertà da logiche antistoriche.

Forza Italia aveva bisogno di ripartire dalla gente e non dalle tessere. Bisognava far sì che i segretari fossero le persone amate dalla gente e non dai capetti.

Bisognava liberare gli uomini nuovi e liberi dal giogo delle tessere lasciando votare liberamente la popolazione. Solo così escono dai congressi uomini vincenti.

Non servono molte dimostrazioni a conforto di questa mia teoria. Basta pensare al crollo del partito sul territorio quando è venuta  a mancare la spinta carismatica di Berlusconi.

Davanti a delle primarie aperte alla gente avrei avuto il piacere io stesso di confrontarmi e anche perdere con qualsiasi personaggio del mio partito. Io stesso avrei potuto dimostrare che la gente sa ancora riconoscere chi sta col popolo e chi col popolo ci campa.

Niente di tutto questo. Non posso far altro che immaginare…il segretario a te, il vice a me, il posto di minoranza in quel consiglio di amministrazione a me, quello a te…( magari sarò smentito dai fatti)

E l’emergenza frane? Cosa fare del vecchio ospedale? La disoccupazione paurosa nel Biellese? la legge elettorale?

O suvvia Alberto…come cantava Battisti: capire tu non puoi, tu chiamale se vuoi…emozioni…

Alberto Scicolone