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Trivero, Mosso, Valle Mosso e Soprana: sarà il terzo comune del Biellese

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Una fusione di quattro Comuni, ognuno rappresentato comunque dal sindaco. Ad affiancarli anche una consulta per portare le istanze dei singoli territori al Comune unico. Questo lo scenario “istituzionale” che si profila all’indomani della fusione (se passa il referendum) tra i Comuni di Trivero, Mosso, Valle Mosso e Soprana. Nel nuovo consiglio comunale ci saranno 16 consiglieri e prosindaci volontari. E quattro municipi continueranno a rimanere aperti con i medesimi orari. C’è stata curiosità e partecipazione ai due incontri organizzati venerdì sera prima a Trivero in biblioteca e poi a Valle Mosso in sala Biagi: tanta gente che ha anche dovuto stare in piedi, perché evidentemente il progetto della fusione interessa, a favore o contro che sia.

Sul piatto ci sono 1,7 milioni circa di maggiori entrate da parte dello Stato per i primi dieci anni. Soldi che fanno comodo. Ma c’è curiosità su come spenderli. Il vice presidente della Regione, Aldo Reschigna, ha affiancato i quattro sindaci nelle assemblee di venerdì e ha posto l’accento su questa questione: «Saranno gli amministratori a indicarlo nel progetto: c’è chi in passato ha pensato di usare le entrate per tenere una pressione fiscale bassa, chi ha investito in servizi, chi in infrastrutture, chi in politiche per incentivare la residenzialità. Su questa questione la Regione non mette parola, decidono i sindaci».

Ma Reschigna ha pure ricordato che «un Comune da 11mila abitanti sarà il terzo nel Biellese e quindi avrà un peso importante quando si tratterà di parlare di servizi e progetti in Provincia o Regione». E ha aggiunto: «Le fusioni non sono progetti politici, ma l’obiettivo è quello di crescere. E’ logico che mettendosi insieme i Comuni intendo inseguire un miglioramento dei servizi sul territorio e diventare più attrattivi».

Sempre più convinti i quattro sindaci che hanno snocciolato dati e propositi. «Ci siamo messi a un tavolo per progettare un futuro per i prossimi vent’anni – ha sottolineato Carlo Grosso, sindaco di Mosso -. La fusione porterà anche una economia di scala. Noi sindaci abbiamo fatto una scelta: le amministrazioni di Mosso, Soprana e Valle Mosso in scadenza avevano la possibilità di andare avanti così e ricandidarsi, invece si è scelto di non farlo e di procedere al progetto fusione. La giunta di Trivero addirittura terminerà il proprio mandato dopo appena due anni dall’avvio». Cristina Sasso di Valle Mosso ha incentivato la partecipazione: «Ci serve conoscere le criticità e soprattutto vogliamo un confronto su questo argomento. Abbiamo già parlato anche con gli industriali e non abbiamo visto resistenze, ma appoggi. La nostra non è una fusione di sopravvivenza, ma di prospettiva per rendere il territorio più appetibile». Il primo cittadino di Trivero ha aggiunto: «E’ un progetto che vuole portare a un cambiamento. Tutti potevamo continuare a stare nel nostro Comune, ma ci siamo resi conto che è sempre più difficile dare risposte e reperire i fondi per fare una progettazione seria. Per questo la soluzione è la fusione».

Tutto si deciderà nei prossimi dieci mesi: entro aprile le delibere di fusione andranno in Regione che promulgherà una legge per il nuovo Comune e organizzerà il referendum non vincolante in autunno. Se le risposte saranno positive si proseguirà con i quattro Comuni che a fine anno cesseranno di esistere, dall’1 gennaio 2019 inizierà il nuovo ente che sarà gestito da un commissario per poi arrivare alle elezioni.

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