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Mezzana e Casapinta, il matrimonio “non s’ha da fare”

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Si farà il matrimonio tra Lessona e Crosa, mentre è destinato a tramontare quello tra Casapinta e Mezzana. Così si sono espressi gli elettori. Domenica tutto è filato liscio a Lessona e Crosa. A Lessona sono stati 644 i favorevoli alla fusione contro i 28 contrari, 5 le schede nulle su 677 votanti. Il si ha raggiunto il 95%. A Crosa 94 i favorevoli, 29 i contrari per un voto favorevole pari al 73%.

Si farà il matrimonio tra Lessona e Crosa, mentre è destinato a tramontare quello tra Casapinta e Mezzana. Così si sono espressi gli elettori. Domenica tutto è filato liscio a Lessona e Crosa. A Lessona sono stati 644 i favorevoli alla fusione contro i 28 contrari, 5 le schede nulle su 677 votanti. Il si ha raggiunto il 95%. A Crosa 94 i favorevoli, 29 i contrari per un voto favorevole pari al 73%.

Tra Mezzana e Casapinta le cose sono andate ben diversamente. A Mezzana il si ha tenuto con il 57% dei voti favorevoli (176 contro 115 su 309 votanti). La vera sorpresa è stata Casapinta con ben 211 no e appena 31 si su 242 votanti, ovvero il “no” ha trionfato con l’87 %.

Delusione nelle parole del sindaco di Mezzana Alfio Serafia: «Si è persa una occasione. A questo punto vedo difficile l’unione tra i due Comuni».

Si affida a un comunicato stampa invece Mauro Fangazio, sindaco di Casapinta: «Nell’ultimo periodo ho assistito a dichiarazioni, anche attraverso organi di stampa, volutamente esagerate rispetto ai reali vantaggi economici della fusione, ma non ho voluto precisare per non rischiare inutili polemiche e invece affidandomi all’intelligenza di chi leggeva. Ho anche visto volantini recapitati nelle buche delle lettere che inneggiavano al no al referendum, con riferimenti espliciti ad una situazione debitoria grave che coinvolgeva il Comune di Mezzana Mortigliengo». Riprende spiegando: «Ora, a posteriori, mi rendo conto che molte cose andavano messe in luce in precedenza, soprattutto da parte di chi invece ha deliberatamente ovviato, per scarsa competenza o per altri motivi, di avviare un confronto sereno e sincero su tutti i fronti». Le ragioni del “no” di Casapinta sembrano essere economiche: «Sono cosciente di aver portato all’ipotesi di fusione un comune sano, con i conti ampiamente in ordine, con una quota annuale di rate mutui pari a 11mila euro, che nonostante i tagli operati dallo stato ancora riesce seppur faticosamente a non aumentare i tributi, con avanzi di amministrazione, realmente disponibili, dati da anni di sacrifici per riuscire a risparmiare e realizzare qualcosa di buono per il territorio. Non voglio dilungarmi sulle opere realizzate e su quelle in fase di realizzazione perché sono ampiamente riportare sul sito del comune. Sui servizi dei quali il mio territorio gode e che sono erogati da altri comuni, mi pregio di comunicare che per alcuni contribuisco economicamente o l’ho fatto nel passato, mentre per altri sono il frutto di rinunce o scelte condivise». Fangazio analizza anche i dati del Comune vicino: «In relazione allo svolgimento della campagna referendaria, che, nel mio totale silenzio, si è svolta a senso unico, credo opportuno non dimenticare il 40% dei votanti di Mezzana Mortigliengo che si è espresso in modo contrario rispetto alla creazione del Comune di Mortigliengo. Per quanto riguarda il mio supposto “attaccamento alla poltrona”, ricordo che la mia storia personale e politica smentisce questa accusa, dimostrando la totale assenza dalla corsa all’accaparramento di cariche pubbliche, salvo la passione per il mio piccolo territorio».

E la replica di Serafia non tarda ad arrivare: «I conti tutti li conoscevano bene, avevamo anche lo stesso ragioniere. Mi risulta difficile che Fangazio non fosse al corrente della situazione economica. Si è parlato sempre alla luce del sole».

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