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Politica

In piazza contro matrimoni e adozioni gay

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Dopo Brescia, Rovereto, Milano, Genova e altre città le “Sentinelle in piedi” arrivano a Biella per protestare contro il decreto sull’omofobia, contro il matrimono tra persone dello stesso sesso, contro le adozioni da parte di coppie dello stesso sesso, appunto. L’appuntamento è domenica 5 ottobre a partire dalle ore 17 in piazza Battistero, angolo via Italia. La manifestazione biellese s’inserisce nell’ambito di una protesta nazionale che coinvolgerà 100 città e si svolgerà in un modo assolutamente insolito: i partecipanti, infatti si limiteranno a leggere un libro, semplicemente questo.

Dopo Brescia, Rovereto, Milano, Genova e altre città le “Sentinelle in piedi” arrivano a Biella per protestare contro il decreto sull’omofobia, contro il matrimono tra persone dello stesso sesso, contro le adozioni da parte di coppie dello stesso sesso, appunto. L’appuntamento è domenica 5 ottobre a partire dalle ore 17 in piazza Battistero, angolo via Italia. La manifestazione biellese s’inserisce nell’ambito di una protesta nazionale che coinvolgerà 100 città e si svolgerà in un modo assolutamente insolito: i partecipanti, infatti si limiteranno a leggere un libro, semplicemente questo.

La forma di protesta è dovuta al fatto che le “Sentinelle in piedi” ritengono che nel nostro Paese non esista più la libertà di pensiero ed espressione, che non ci sia spazio per dire “no” alle coppie omosessuali.

“Il decreto legge sull’omofobia – si legge nel volantino che annuncia la manifestazione di domenica – vuole toglierci la libertà di espressione. Con questo testo vogliono impedirci, per esempio. di dissentire dal progetto di legge sulle unioni civili che il governo sta preparando e che mira ad equiparate le unioni tra persone dello stesso sesso al matrimonio. Intanto la magistratura a colpi di sentenza introduce le adozioni da parte di coppie omosessuali”.
 E ancora: “Vogliamo affermare che il matrimonio è soltanto tra uomo e donna, che un bambino ha il diritto di avere una mamma e un papà e che la famiglia ha il diritto di educare liberamente i propri figli».

Ovviamente dissenziente è Adriano Guala, storico esponente del mondo gay biellese. «Innanzitutto – spiega – nel nostro Paese esiste la libertà di espressione e manifestazione del proprio pensiero quindi facciano pure, senza alcun problema. La legge sull’omofobia nasce dalla necessità che ancora oggi, nonostante quanto sancito dalla Costituzione, le discriminazioni nei confronti delle persone omosessuali sono ancora presenti in larghe fette della società. E questo è un dato di fatto, assolutamente incontestabile. Preso atto della situazione ormai insostenibile, il Parlamento sta finalmente cercando di porre rimedio con apposite norme. Se poi vogliamo allargare il discorso a matrimoni e adozioni, dico semplicemente che nei Paesi dove questi diritti sono riconosciuti da tempo non è si verificata alcuna apocalisse. La società continua andare avanti come accadeva in precedenza».

«Comunque – conclude Guala – manifestare le proprie idee e convinzioni è un diritto di tutti. Facciano pure»

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