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Facebook gli blocca il profilo, Buonanno chiede 10 milioni a Zuckerberg

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Non si placano le polemiche dopo la partecipazione di Buonanno alla trasmissione Piazza Pulita, durante la quale l’eurodeputato valsesiano aveva offeso l’etnia rom, definendola “feccia della società”. In seguito alla pubblicazione del relativo video su Facebook, infatti, il profilo di Buonanno è stato “bloccato”.

Non si placano le polemiche dopo la partecipazione di Buonanno alla trasmissione Piazza Pulita, durante la quale l’eurodeputato valsesiano aveva offeso l’etnia rom, definendola “feccia della società”. In seguito alla pubblicazione del relativo video su Facebook, infatti, il profilo di Buonanno è stato “bloccato”.

“Ho postato sul mio profilo Facebook il video relativo al confronto avuto nel corso della trasmissione Piazza Pulita con la signora Pavlonic, attivista Rom – spiega l’esponente leghista -. Il confronto è stato acceso, come spesso succede nei dibattiti politici. Nel confronto definivo l’etnia Rom ‘feccia della società’, in riferimento alla percentuale decisamente elevata di reati contro il patrimonio e le persone commessi da appartenenti all’etnia Rom”.

“Il video – continua – ha avuto una larga diffusione in internet ed a riguardo ho ricevuto molti apprezzamenti e molte critiche. Facebook, social network che abitualmente uso a fini di comunicazione politica e nel quale il mio profilo conta circa 30.000 iscritti, ha bloccato la visione del video impedendomi l’accesso al profilo per 24 ore”.

Capita che gli amministratori di Facebook intervengano in seguito alla pubblicazione di contenuti ritenuti offensivi o razzisti. Buonanno, però, non l’ha presa affatto bene.

“Chiederò 10 milioni di euro di risarcimento perchè credo – aggiunge Buonanno – che tale provvedimento di Facebook sia apertamente lesivo della mia libertà politica e di espressione e pertanto ho presentato un’interrogazione alla Commissione Ue per sapere se ritenga anch’essa che la cancellazione di un messaggio e di un dibattito politico, senza che alcuna autorità giudiziaria si sia espressa in merito, sia un mezzo barbaro non rispettoso dei miei diritti quali garantiti dalla Carta Fondamentale dei diritti UE. La chiusura arbitraria del mio profilo – conclude Buonanno – è un gesto oscurantista degno più del Califfato Islamico che non di un’Europa democratica e garantista e quindi ho chiesto alla Commissione se intenda normare la materia vista la rilevanza dei social network nella società moderna”.

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