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“Chi ha infangato Caritas abbia l’umiltà di chiedere scusa”

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Fa ancora discutere la questione dei migranti rimasti accampati ai giardini Zumaglini per alcuni giorni. Dopo le polemiche e gli attacchi a Caritas e associazioni da parte di esponenti di Lega Nord, tre consiglieri comunali chiedono le scuse ufficiali.

Fa ancora discutere la questione dei migranti rimasti accampati ai giardini Zumaglini per alcuni giorni. Dopo le polemiche e gli attacchi a Caritas e associazioni da parte di esponenti di Lega Nord, tre consiglieri comunali chiedono le scuse ufficiali. Riceviamo e pubblichiamo.

C’è un’immagine davvero emblematica di quello che è accaduto in questi giorni attorno alla vicenda drammatica dei migranti pakistani arrivati a Biella: si vedono in primo piano un parlamentare e un consigliere comunale di Lega Nord, mentre presumibilmente parlano ai media, e sullo sfondo il gruppo degli immigrati ancora accampato sul prato. Sarebbe solo un esempio di quella cattiva abitudine di farsi fotografare accanto alle tragedie, come se fosse un souvenir, che abbiamo imparato a conoscere all’Isola del Giglio ai tempi della Costa Concordia, se non fosse per le accuse e le strumentalizzazioni che stanno intorno a quella fotografia e all’intera vicenda.

Nello stesso momento in cui Roberto Simonetti e Giacomo Moscarola cercavano l’inquadratura giusta e distribuivano veleno a Biella e a Milano (data la risonanza che un quotidiano nazionale ha dato al caso, con un articolo ricco di accuse infondate e gratuite), c’era chi lavorava lontano dai riflettori per trovare un tetto a quelle persone arrivate a Biella all’improvviso, lontano dai canali ufficiali. Il paradosso assurdo e inaccettabile è che a trovare la soluzione al caso siano state le stesse persone e le stesse associazioni messe nel bersaglio dalla Lega Nord, in primo luogo la Caritas. Non ci importa tanto, in questo momento, difendere l’operato del Comune di Biella e del sindaco: Simonetti e Moscarola dovrebbero sapere che in simili vicende il compito di intervenire è in primo luogo di forze dell’ordine e Prefettura e comunque, non appena l’amministrazione è stata messa al corrente del caso, è intervenuta e ha contribuito a trovare una soluzione in tempi brevi. Ci importa però fermare il flusso di accuse ingiustificate nei confronti di chi si è adoperato per chi era arrivato in città e non sapeva dove dormire né dove mangiare, ovvero la Caritas. Che lo fa per sua “missione” e non perché investita di un compito istituzionale.

A Simonetti e Moscarola sarebbe bastata una telefonata agli operatori di Caritas per informarsi: avrebbero scoperto che gli arrivi dei profughi pakistani erano iniziati già nei giorni precedenti, che a tutti era stato garantito un pasto caldo alla mensa Il Pane Quotidiano, che ai primi dodici era stato trovato un tetto e che solo per i nove arrivati nei giorni seguenti non c’era più nemmeno un posto nelle strutture, anche quelle di emergenza come il dormitorio pubblico, che la Caritas utilizza normalmente. Ma niente: sarebbe stato troppo rivoluzionario, dopo aver dato l’impressione di essere passati dal ruolo di “guidatori di ruspe” a quello di difensori dei poveri della terra, arrivare a chiedere a chi era al lavoro se potessero essere utili in qualche modo. Molto meglio infangarli con frasi come “Sembra paradossale, ma l’accoglienza gratuita non è nelle corde di chi predica bene e fa l’esatto contrario”, frase attribuita da Il Giornale (salvo smentite di cui non siamo a conoscenza) a Giacomo Moscarola. Lavoro silenzioso e accoglienza gratuita invece sono state la cifra del lavoro di Caritas anche in questo frangente. Chiunque ne abbia dubitato, almeno sia umile abbastanza per chiedere scusa.

Sergio Leone, Partito Democratico

Rosso Simone, Biella in Comune

Benito Possemato, I love Biella

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