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Economia

C’è un’azienda tessile che vuole assumere

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Nei giorni scorsi il  Tribunale di Biella  ha dichiarato l’inammissibilità della proposta di concordato preventivo avanzata da Finital srl. La proposta prevedeva il trasferimento dell’azienda di finissaggio e di tintoria tessile di Andorno Micca alla newco Iride, creata all’uopo da importanti operatori della produzione di tessuti fra cui la Ambrogio Pessina srl, espressione di un noto ed accreditato gruppo tessile del comasco.

Nei giorni scorsi il  Tribunale di Biella  ha dichiarato l’inammissibilità della proposta di concordato preventivo avanzata da Finital srl. La proposta prevedeva il trasferimento dell’azienda di finissaggio e di tintoria tessile di Andorno Micca alla newco Iride, creata all’uopo da importanti operatori della produzione di tessuti fra cui la Ambrogio Pessina srl, espressione di un noto ed accreditato gruppo tessile del comasco.

L’operazione, curata dallo studio Rimini di Biella, era stata preceduta dall’affitto dell’azienda alla stessa Iride ed ha permesso la conservazione di 31 dei 37 posti lavoro e la continuazione dell’attività che rappresenta un’eccellenza del nostro distretto produttivo. Nonostante il no alla soluzione concordataria  e la probabile richiesta di fallimento che ne seguirà, Iride ha confermato di voler comunque procedere all’acquisto dell’azienda  mantenendo ferma la propria offerta anche in caso di fallimento e di voler proseguire l’attività nello stabilimento di Andorno Micca garantendone i livelli occupazionali ed assicurando gli investimenti produttivi già programmati.

«Noi crediamo molto in  questa azienda – dice Graziano Brenna, della Ambrogio Pessina srl -. Ha grandissime potenzialità grazie  a macchinari all’avanguardia e personale adeguato ad affrontare le sfide del mercato. Noi confermeremo certamente i 31 lavoratori in forza, ma già stiamo valutando la possibilità di incrementare fin da subito l’organico».

Brenna, che è il titolare di tre grandi tintorie nel Comasco, conosce bene il Biellese. «Già trent’anni fa – racconta – ero spesso qui per curare i rapporti con tanti clienti, diventati poi anche cari amici, soprattutto in Valle Cervo. Ogni cinquanta metri c’era una fabbrica. Vedere la situazione attuale mette tanta tristezza. Io però resto più che ottimista, perché il mercato ripartirà e già oggi si intravvedono i primi segnali di ripresa. L’abbigliamento, i tessuti per l’arredamento, gli accessori, la cravatteria sono tutti settori che, per i prodotti d’eccellenza, avranno un futuro importante.

«La crisi – continua Brenna  – a Biella come a Prato ha colpito molto duro. L’abbiamo sentita anche a Coma, ma in modo più ridotto. A cadere sono state soprattutto quelle aziende che non hanno saputo gestire bene il credito o che non hanno innovato. Un’azienda per andare bene deve essere ricca. Lo ripeto sempre ai miei figli: prima di tutto bisogna rendere ricca l’azienda, poi possiamo pensare  ad arricchire la  famiglia.
 

«Il nostro gruppo crede molto nella filiera completa per la lavorazione dei tessuti di lana e non solo. Ci mancava solo un anello, proprio quello rappresentato dall’ex Finital. Ecco perché abbiamo deciso di fare l’operazione in partecipazione con la famiglia Crosa. Il vecchio proprietario, Adolfo Marchetti, resterà con noi perché è un ottimo tecnico ed un eccellente commerciale».

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