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Economia

Camera di commercio, dipendenti preoccupati

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«Siamo preoccupati per il nostro futuro». Ventisette dipendenti della Camera di Commercio di Biella hanno sottoscritto una lettera, inviata ai giornali, per richiamare l’attenzione dei cittadini sulle possibili ricadute che il dimezzamento del diritto annuale alle Camere di Commercio potrà comportare sul sistema economico nazionale.

«Siamo preoccupati per il nostro futuro». Ventisette dipendenti della Camera di Commercio di Biella hanno sottoscritto una lettera, inviata ai giornali, per richiamare l’attenzione dei cittadini sulle possibili ricadute che il dimezzamento del diritto annuale alle Camere di Commercio potrà comportare sul sistema economico nazionale.

«Dal 2015 – spiegano i 27 firmatari – la CCIAA di Biella non potrebbe più garantire alcun supporto ai confidi locali, fondamentali per l’accesso al credito delle piccole e medie aziende. L’ente camerale dovrebbe, quindi, liquidare le proprie partecipazioni: da quella nell’Azienda Turistica Locale a Città Studi, a tutte quelle società infrastrutturali sul territorio. Tutti i contributi per sostenere gli eventi sportivi, culturali e promozionali, che permettevano al Biellese di essere attrattivo, verrebbero meno. Lo sportello di Borgosesia, gestito insieme alle CCIAA di Novara e Vercelli, verrebbe chiuso e non potrebbero più essere erogate le borse di studio e il supporto al polo universitario biellese. Sparirebbero poi tutti i bandi a supporto dei processi di innovazione e di ricerca delle aziende. Si fermerebbe anche il marchio di qualità turistica “Ospitalità italiana” e i ristoranti, gli alberghi e i rifugi verrebbero privati di un consolidato strumento di promozione».

È necessaria, quindi, la lettera sottoscritta dai dipendenti volta a chiarire quali conseguenze ci sarebbero nel Biellese se la riforma della Pubblica Amministrazione andasse in porto così com’è stata delineata finora: «siamo consapevoli che le difficoltà in cui versa il Paese richiedano uno sforzo, un sacrificio per tutti e noi dipendenti camerali non intendiamo sottrarci a questa profonda fase di riforma. È indispensabile che venga chiarito il percorso, quale riforma si voglia e quali siano gli obiettivi. Abbiamo bisogno di trasparenza, anche di intenti: la stessa trasparenza che il Governo chiede a noi».

La lettera termina con un appello al Governo e al Presidente del Consiglio di poter realizzare il percorso che la Camera di Commercio di Biella, Unioncamere Piemonte e quella nazionale hanno intrapreso: «Le decisioni imposte, la storia ci insegna, non hanno mai portato a risultati apprezzabili».

Mario Monteleone

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