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Economia

Andrea Pistono: “Al Csv abbiamo problemi seri, mancano i fondi”

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Il presidente del Centro servizi volontariato spiega: “Le criticità maggiori sono due, la contrazione dei fondi a disposizione e la ristrutturazione territoriale”

La crisi non risparmia nessuno, nemmeno i centri di volontariato, costretti a fare i conti con riorganizzazioni territoriali rimaste a metà e con fondi sempre più risicati.

Il Csv di Biella non fa eccezione, come ha confermato il presidente Andrea Pistono, evidenziando una serie di criticità che rischiano di frenare il raggio d’azione del volontariato proprio quando avrebbe bisogno di essere potenziato, visto il difficile momento storico.

"Le problematiche maggiori – spiega Pistono – sono due: la contrazione dei fondi a disposizione del sistema dei Csv e la ristrutturazione territoriale".

La questione dei soldi, ovviamente, è la più pressante: "Noi – chiarisce – viviamo sulle erogazioni delle fondazioni bancarie che, in base alla legge 266, devono costituire i fondi per i Centri servizi, utilizzando parte dei loro utili (1/15 prima, poi sceso a 1/30). La crisi economica ha portato a una riduzione progressiva degli utili delle banche, di conseguenza sono calati anche quelli delle fondazioni e del fondo nazionale per i Csv. Oggi non sappiamo quale sarà l’importo a disposizione per il 2014 perché deriva dall’utile di esercizio del 2012 che viene contabilizzato nel 2013".

Oltretutto il calo è graduale e costante già da alcuni anni, il fondo a disposizione oggi equivale al 40 per cento di quello del 2007. Nonostante ciò, il mondo del volontariato sta cercando di sopravvivere.

"Il denaro per il 2013 – continua Pistono – è già stato destinato e stiamo riuscendo a lavorare comunque bene. La grande preoccupazione riguarda il 2014. Quindi stiamo provando nuove strade, come la ricerca di finanziamenti da nuove fonti, una sempre maggiore collaborazione con gli enti locali e la partecipazione ai bandi. Insomma, ci stiamo organizzando per sopperire alle difficoltà del sistema e i frutti arrivano, ma non bastano".

A questo si aggiunge una gestione sempre votata al risparmio (vedi ad esempio il “trasloco” della sede presso lo stabile della Fondazione Ravetti), che però potrebbe non scongiurare eventuali tagli del personale (attualmente ci sono ventidue dipendenti suddivisi tra Biella, Vercelli e Novara) di fronte a minori entrate dalle Fondazioni.

La legislazione vigente non aiuta. Sul tavolo, come detto, c’è innanzitutto la questione territoriale (i Csv italiani operano solitamente su base provinciale e la situazione di stallo della riforma delle province genera incertezza e non aiuta la programmazione), ma anche quella del 5 per mille.

"Speriamo – ribadisce Pistono – che il peggio sia alle spalle, ma non vediamo segnali di controtendenza. E’ necessario che il legislatore stabilizzi la situazione con una serie di interventi, regolando in modo definitivo il 5 per mille. Lo scorso anno, ad esempio, vennero raccolti 450 milioni, ma il ministero stabilì di destinarne solo 200 ai Csv. La cifra alla fine salì, 100 milioni furono impiegati per i malati di Sla e 300 arrivarono nelle casse delle associazioni di volontariato. Poi va riformata la legge 266".

Il mare è in burrasca, dunque, ma il mondo del volontariato è più vivo che mai: "Il numero delle associazioni – conclude Pistono – è in fase di crescita, ciò significa che nonostante le difficoltà sono di più quelle che nascono rispetto a quelle che muoiono".

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