Seguici su

Cronaca

Omicidio Vazzoler, il giorno della verità

Pubblicato

il

E’ giunto alle battute finali il processo per l’omicidio di Vanda Vazzoler: la pensionata di Vigliano morta al termine della cruenta rapina avvenuta lo scorso anno nella sua abitazione. Venerdì è in programma l’ultima udienza. Previste – per domani –  le repliche, ma soprattutto la sentenza.

E’ giunto alle battute finali il processo per l’omicidio di Vanda Vazzoler: la pensionata di Vigliano morta al termine della cruenta rapina avvenuta lo scorso anno nella sua abitazione. Venerdì è in programma l’ultima udienza. Previste – per domani –  le repliche, ma soprattutto la sentenza.

Quattordici anni di carcere è  il massimo della pena chiesta per i  cinque banditi accusati dell’omicidio della donna.
La proposta più severa è stata proposta per Roberto Monterosso (14 anni, otto mesi e 20 giorni di reclusione), 33 anni, di Ceresole D’Alba, considerato uno dei due autori materiali della rapina, difeso dall’avvocato Valentina Colletta. Dieci anni per Giuseppe Fabbro, 57 anni di Massazza,  che secondo l’accusa ha avuto il ruolo di informatore. E’ l’unico che ha ottenuto l’abbreviato condizionato ed ha potuto portare in aula due testimoni.   Nove anni e 4 mesi per Daniele Stefanesi, rumeno 25enne all’epoca dei fatti incensurato, residente a Cossato difeso dagli avvocati Alessandra Guarini e Massimo Pozzo. Otto anni 10 mesi e 20 giorni per Giovanni Stramondo, 46enne ideatore del colpo, anche lui di Cossato, difeso da Fabio Giannotta.  Infine  otto anni  e dieci mesi per Domenico Carella, l’autista che quel giorno portò Monterosso e Stefanesi in via Dante a Vigliano.  Il giorno successivo al delitto, scoperto dai giornali quanto accaduto,  si era presentato spontaneamente alla Digos di Torino per raccontare quanto sapeva e costituirsi.

Va detto che le richieste di pena tengono conto del rito abbreviato, che prevede in caso di condanna lo sconto di un terzo.

Per nulla soddisfatti i famigliari della vittima, che si aspettano condanne esemplari: «Vogliamo giustizia per la morte di Vanda e ammetto – spiega uno di loro – che ci aspettavamo di più. Ora confidiamo nel giudice, chi ha ucciso Vanda deve pagare».

I famigliari, almeno per ora, non hanno avanzato una richiesta danni: «Nessuna cifra ci restituirebbe Vanda. E’ stato un anno difficile, quello che le è successo è davvero tremendo. Come possiamo farcene una ragione? Ora vogliamo soltanto che la sua morte non resti impunita».

cronaca@nuovaprovincia.it