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Cronaca

L’ultimo commosso saluto a Samuele Polpetta

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E’ stato celebrato sabato con rito civile il funerale di Samuele Polpetta, il decoratore scomparso giovedì scorso all’età di soli 37 anni a causa di un arresto cardiocircolatorio. E’ stata una cerimonia commovente. Oltre ai parenti, tanti amici e anche semplici conoscenti hanno voluto salutarlo per l’ultima volta.

E’ stato celebrato sabato a Gaglianico con rito civile il funerale di Samuele Polpetta, il decoratore scomparso giovedì scorso all’età di soli 37 anni a causa di un arresto cardiocircolatorio. E’ stata una cerimonia commovente. Oltre ai parenti, tanti amici e anche semplici conoscenti hanno voluto salutarlo per l’ultima volta.

La mamma Margie, durante la cerimonia funebre, ha letto una poesia intitolata “Il mio piccolo grande guerriero”, poche, ma significative righe, che ricalcavano il carattere di Samuele.

«Mio figlio era un ragazzo solare, amava la vita, e voleva viverla fino in fondo – spiega Margie-. Era molto tenero. Una delle sue passioni più grandi era la bicicletta, ricordo che ogni tanto mentre percorreva le strade di campagna si fermava a raccogliere fiori e li portava a casa per poi regalarli a sua nonna Maria, alla quale era molto legato. Un altro hobby che nutriva sin da piccolo era quello del calcio, guardava spesso la partite. Qualche mese fa aveva deciso di trasferirsi a Varallo Pombia, mi diceva che si trovava bene, si era fatto nuovi amici, il mio Samu sapeva farsi voler bene».

«La scorsa settimana era tornato a casa per trascorrere qualche giorno con me e la nonna – prosegue Margherita -. Giovedì sera non stava molto bene allora aveva deciso di andare a letto presto. Io sono andata ad augurargli la buona notte. Al mattino sono andata per svegliarlo e purtroppo era già morto, l’ho trovato nella stessa posizione, dunque è passato dal sonno alla morte – conclude la donna -. Ha lasciato un  grande vuoto nella mia vita».

Samuele, che avrebbe compiuto proprio oggi 38 anni, ha lasciato nel dolore oltre alla mamma Margie anche il papà Paolo, i fratelli Agostino, Martino e Francesco e la nonna Maria.

Mauro Pollotti