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Cronaca

In arrivo altri 50 profughi

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“Biella è pronta a fare la sua parte. E ancora una volta la rete che si occupa di offrire accoglienza si è rivelata ben oliata, e ha lavorato in grande sintonia”. Davide Garra, capo di Gabinetto della Prefettura, è soddisfatto della disponibilità offerta dal territorio laniero.

Il loro arrivo è atteso da un momento all’altro. Sono i 50 profughi africani sbarcati a Lampedusa che il Ministero dell’Interno ha affidato alla Prefettura di Biella. Di loro si sa ancora poco o nulla se non che arriveranno all’aeroporto di Caselle e verranno ospitati in una o più strutture della provincia fino al mese di giugno.

“Biella è pronta a fare la sua parte. E ancora una volta la rete che si occupa di offrire accoglienza si è rivelata ben oliata, e ha lavorato in grande sintonia”. Davide Garra, capo di Gabinetto della Prefettura, è soddisfatto della disponibilità offerta dal territorio laniero. “Giovedi’ si è svolta una riunione con il prefetto Demetrio Missineo per fare fronte a questa emergenza – spiega Garra – Siamo pronti e abbiamo già trovato chi ha offerto la disponibilità a dare ospitalità a queste persone. Tra loro  anche il Santuario di Oropa. Ora non resta che attendere la telefonata con la quale ci comunicano l’arrivo del volo”.

Il nuovo gruppo segue un’altra ondata avvenuta un paio di settimane fa. In quell’occasione sono stati 40 i profughi che hanno trovato casa nel Biellese. Venti all’ostello del  Santuario di San Giovanni d’Andorno, altrettanti  a Pettinengo. L’associazione Pacefuturo ha deciso di accoglierli a Villa Piazzo per dare un segno concreto e una testimonianza diretta dei valori di solidarietà propri del progetto “Pettinengo: Oasi Europea Culturale di Pace”. Sono tutti ragazzi giovani provenienti dal Mali, fuggiti dalla guerra e dalla miseria che attanaglia il loro paese. In cerca di un futuro migliore e di un po’ di serenità.

“Nel 2011 il Biellese ha accolto 49 profughi a Muzzano – ricorda Garra – mettendo in evidenza un grande spirito di solidarietà. Ricordo ancora con grande piacere l’entusiasmo di don Caccia  che ha subito accordato la sua disponibilità ad ospitare quei giovani nella casa dei Salesiani, nonostante quella non fosse una struttura nata per quello scopo. Un atto, il suo, che ha permesso al nostro territorio di distinguersi”.

A febbraio 2012 i ragazzi hanno lasciato il centro dei Salesiani di Muzzano. L’ospitalità si è quindi stata trasformata in “accoglienza diffusa”, che per loro ha significato la collocazione in situazioni diverse sul territorio: alloggi, parrocchie ed anche sistemazione in famiglie.

“Uno degli scopi del centro diffuso era di favorire una loro maggiore integrazione sul territorio – spiega Garra –  e questo si è verificato per alcuni dei profughi che sono riusciti a trovare un lavoro stabile e a ricostruirsi una vita”.

Elisabetta Ferrari

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