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Cronaca

Condannato a 30 anni per l’omicidio di Curino

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Confermati 30 anni per Natalino Mainetti. I giudici della corte d’appello di Torino sono d’accordo col giudice Claudio Passerini. Dopo l’aggressione di Rosangela De Donà l’uomo le ha tolto i gioielli e ha caricato il corpo in auto. In quel momento poteva rendersi conto che la vittima era ancora viva. Nessuna attenuante quindi per l’assassino, per questo omicidio attuato con estrema lucidità. A tutto ciò si aggiunge la calunnia nei confronti del primo cittadino di Prato Sesia, Luca Manuelli, accusato dall’imputato nel tentativo di scaricare una parte delle sue colpe.

Confermati 30 anni per Natalino Mainetti. I giudici della corte d’appello di Torino sono d’accordo col giudice Claudio Passerini. Dopo l’aggressione di Rosangela De Donà l’uomo le ha tolto i gioielli e ha caricato il corpo in auto. In quel momento poteva rendersi conto che la vittima era ancora viva. Nessuna attenuante quindi per l’assassino, per questo omicidio attuato con estrema lucidità. A tutto ciò si aggiunge la calunnia nei confronti del primo cittadino di Prato Sesia, Luca Manuelli, accusato dall’imputato nel tentativo di scaricare una parte delle sue colpe.

Il cadavere dell’imprenditrice gattinarese di 58 anni, è stato rinvenuto il 6 luglio dell’anno scorso, mentre le sue tracce si erano perse 24 ore prima. La donna alle 8.30 aveva chiamato il fidanzato, dicendogli che sarebbe andata a Roasio per un incontro e che la sua vita sarebbe stata in pericolo. Rosangela, infatti, gli  indica anche il numero di targa di una Fiat Punto di colore bianco, in uso a un parente della famiglia Mainetti.

L’imprenditrice si incontra quindi col suo carnefice e lo segue fino a Curino. Tra i due scoppia un litigio, l’uomo estrae il coltello e l’aggredisce, mentre lei si trova in auto, successivamente la colpisce anche al volto, si pensa a dei pugni ma è anche ipotizzabile l’uso di un bastone.

Subito dopo il corpo della donna viene schiacciato dentro il bagagliaio, che non viene chiuso, la Bmw viene a questo punto cosparsa di benzina e il tutto viene dato alle fiamme. Prima di tutto questo però l’assassino spoglia la donna di tutti i gioielli.

Per tentare una diminuzione della pena l’avvocato difensore dell’uomo, Nicoletta Solivo, aveva sostenuto che l’imputato non si fosse reso conto che la vittima fosse ancora viva. La tesi però non è stata accettata dal giudice Passerini, secondo il quale non era possibile l’ipotesi che la donna non manifestasse alcun segno di vita.

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