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Cronaca

Bambini seviziati e maltrattati in un video

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Bambini seviziati e maltrattati in un video. L’appello: “Non diffondete questo materiale”.

Il video

Bambini torturati e seviziati da un adulto. Sono immagini crude e raccapriccianti, difficili da descrivere e da digerire, quelle che si vedono in un video divenuto virale su Messenger e altri canali di messaggistica.
Negli ultimi giorni il video – molto probabilmente girato all’estero – è arrivato anche ad alcuni cittadini biellesi, che dopo averlo visto si sono rivolti alle forze dell’ordine per segnalare l’episodio. Altri lo hanno invece condiviso, nella convinzione di poter contribuire in qualche maniera all’individuazione dei responsabili. Non è così.

L’appello di questura e polizia postale: “Non divulgate questi video”

Inviare il video ai propri contatti, sull’onda dell’indignazione e nella convinzione che possa servire a riconoscere gli autori, in realtà non serve a nulla. Anzi, è deleterio. In primo luogo perché non si fa che “gratificare” le persone che lo hanno messo in rete, il cui scopo è proprio quello di veder diventare virale il proprio filmato (si tratta del cosiddetto fenomeno del “trolling”), in secondo luogo perché diffondendo materiale illecito si rischia una denuncia.
Giovedì mattina in questura è stato quindi chiesto di invitare tutti i cittadini a non contribuire alla diffusione di questo tipo di materiale, anche quando ricevuto da qualcuno che magari invita a “farlo girare”.
«In generale chi li diffonde fa presa sull’indignazione delle persone – ha spiegato la dottoressa Rossana Imbimbo, capo dell’ufficio di gabinetto – invitandole a condividere i video allo scopo di trovare e bloccare i carnefici. In realtà divulgandoli si fa proprio il loro gioco. Quando poi si tratta di immagini pedopornografiche, si rischia di finire indagati per la diffusione e la detenzione».
«Chi li mette in rete – ha aggiunto l’ispettore capo Andrea Andreotti della polizia postale e delle comunicazioni – desidera che la propria “opera” abbia successo. Per loro la diffusione è una gratificazione. Vivono di una sorta di popolarità riflessa, provano piacere all’idea che tante persone l’abbiano condivisa. Spesso si tratta di vere e proprie gare».

Se vi arriva un video sospetto, segnalatelo alla polizia postale

Dunque quando arriva su Messenger o sulle caselle di posta materiale con video e immagini provocatori, l’unica cosa da fare è segnalarli alla polizia postale e successivamente rimuoverli. «Portandoli alla nostra attenzione anziché condividerli – ha concluso l’ispettore capo Andreotti -, ci si mette davvero nelle condizioni di poter rintracciare i responsabili. E soprattutto non si corre il rischio di diventare inconsapevoli carnefici».

E tu cosa ne pensi?

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