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“Soffro di una malattia molto rara, ma la sanità biellese è all’avanguardia”

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Mentre la cronaca nazionale riporta le esperienze drammatiche vissute da chi, affetto da Mcs, deve ricorrere a cure fai dai te a causa dell’inadeguatezza della Sanità pubblica, a Cossato si riscontra un caso positivo.

Mentre la cronaca nazionale riporta le esperienze drammatiche vissute da chi, affetto da Mcs, deve ricorrere a cure fai dai te a causa dell’inadeguatezza della Sanità pubblica, a Cossato si riscontra un caso positivo.

Mcs è l’acronimo di Sensibilità chimica multipla, la sindrome genetica che rende il corpo intollerante alle sostanze chimiche. La segnalazione arriva da Piera Masuero, 55 anni, residente in città, che ne soffre. “Nei giorni scorsi sono stata ricoverata all’Ospedale di Ponderano, nel  reparto di cardiologia, per un trattamento. Soffrendo di mcs, anche se ad uno stadio iniziale, ero preoccupata.

E’ una malattia poco conosciuta e non esistono ancora protocolli ospedalieri per gestirla. Il ricovero programmato mi ha permesso di informare il personale, anzi mio marito l’ha fatto per me, essendo il problema abbastanza invalidante. L’Ospedale biellese si è mostrato all’avanguardia. Sono molto soddisfatta; non ho avuto alcun problema per tutto il tempo della degenza. Ho spiegato la situazione alla caposala, Simona Milani, consegnando un protocollo minimo e lei ha saputo gestire bene il caso. Più lo stadio della malattia è avanzato, più occorre fare attenzione. Per me inalare anche una minima quantità di sostanza chimica, profumo o disinfettante, porta disturbi gravi. Spesso sono costretta a  indossare una mascherina”. Sentita la caposala Simona Milani, spiega: “Il ricovero programmato ha consentito l’organizzazione. Dopo il confronto con i medici, abbiamo potuto predisporre una camera singola igienizzata con il detergente fornito dalla paziente e l’abbiamo arieggiata come suggerito, evitando altre sostanze. Da quando ci sono io in reparto, non sono mai stati accolti pazienti che dichiarano questa forma allergica. Tutto ha funzionato grazie alla corretta informazione”.

Delle condizioni di salute della donna avevamo già scritto un anno fa. Nonostante la gravità, infatti, non è una malattia riconosciuta e le difficoltà sorgono anche solo per ottenere i farmaci. “All’Ospedale sono stati attenti e bravi, anche in sala operatoria. La struttura può farsi capofila, guida per le altre aziende sanitarie, istituendo un protocollo per il ricovero. Spesso manca il corretto passaggio di informazioni – conclude Piera Masuero -. Dell’ottimo servizio ho informato Marisa Falcone, la presidente dell’associazione Adas che si occupa della malattia”.

Anna Arietti

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