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Sgomberati gli ex Rivetti: ci vivevano 9 persone

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Sgomberati gli ex Rivetti: ci vivevano 9 persone.
Grave degrado
Sono una decina le persone allontanate dagli ex Lanifici Rivetti nel corso dello sgombero di ieri mattina. Quasi tutte sono in regola con i documenti. Senza fissa dimora, vivevano nel degrado e nella sporcizia, in condizioni disperate e in un luogo pericoloso per la loro incolumità. Il “blitz” delle forze dell’ordine nell’area industriale dismessa, organizzato dalla questura, è partito poco dopo le 10,30. Squadra volanti, digos e polizia locale, con l’ausilio dei vigili del fuoco, hanno liberato l’edificio. In quel momento al suo interno c’erano solo uomini, quasi tutti di nazionalità pakistana, a parte un paio di nigeriani. Non hanno opposto alcuna resistenza. Qualcuno è apparso stupito, sembrava non capire il motivo di quello spiegamento di forze e dello sgombero, difficoltà di comprensione legate anche alla lingua: alcune di queste persone parlavano soltanto inglese. Contestualmente, sono intervenuti anche i tecnici dell’Asl. Gli operai, usando delle piccole ruspe, hanno nel frattempo ripulito l’intera area, fino a quel momento ricoperta da una fitta vegetazione. Grandi pulizie anche nel cortile interno dello stabile, dove abbondavano rifiuti, rovi ed erbacce. Alle operazioni ha assistito anche il curatore fallimentare che si sta occupando della proprietà. Una volta terminata l’opera di sistemazione, l’intera zona è stata nuovamente recintata e chiusa. Nel corso dell’intervento sono arrivati anche Michele Mosca e Giacomo Moscarola, segretario provinciale e cittadino della Lega Nord. «Siamo qua per capire se la grave situazione che si è venuta a creare volge al termine – ha spiegato Mosca -. Le forze dell’ordine sono entrate a hanno portato fuori dallo stabile alcuni extracomunitari. Ora staremo a vedere che cosa accadrà».
Alle sue parole fanno eco quelle del consigliere comunale del Carroccio: «Era da tempo che i residenti della zona si lamentavano. Le forze di polizia hanno accompagnato fuori una decina di extracomunitari. La maggior parte di loro sono pakistani».
«La situazione, oggetti di numerose riunioni, era monitorata da mesi – spiega l’assessore Stefano La Malfa -, in seguito alle sollecitazioni venute dalla questura alla luce delle segnalazioni di cittadini preoccupati. Per quanto sia spiacevole la vicenda, lì, oggettivamente, non ci possono stare, anche perché i livelli igienici e di sicurezza erano nulli».

Ieri pomeriggio gli uomini portati via dallo stabile di via Carso erano ancora negli uffici della questura per tutte le pratiche del caso. Se la loro permanenza nel capannone in disuso risultava non essere accettabile – si tratta di strutture private e fatiscenti, potenzialmente pericolose -, resta da capire quale sarà ora il loro destino.
La domanda fondamentale rimane una: dove dormiranno adesso? Ieri le diverse realtà del territorio erano al lavoro per trovare delle soluzioni. Perché la città può cacciarli da un edificio che cade a pezzi e non appartiene a loro, quello che invece non può fare è fingere che non esistano.

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