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Non è vero che approfittiamo degli incendi per uccidere più animali

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Buongiorno direttore, 

Le scrivo, in qualità di giovane appassionato di caccia e soprattutto di natura, in merito all’articolo edito sul suo giornale in data 28/10.

Buongiorno direttore, 

Le scrivo, in qualità di giovane appassionato di caccia e soprattutto di natura, in merito all’articolo edito sul suo giornale in data 28/10.

Ritengo che questo riporti una notizia assolutamente falsa, divulgata con il solo fine di ottenere maggiore visibilità e di poter, ancora una volta, diffamare e screditare la categoria dei cacciatori, e inimicare l’opinione pubblica nei confronti di questa.

In primo luogo perché si può ben comprendere l’impossibilità di praticare l’attività venatoria in mezzo al fumo e a poca distanza delle fiamme, in secondo luogo è la stessa metodologia con cui si pratica la caccia (sia agli ungulati che alla fauna tipica alpina) a suggerircelo, di fatti i prelievi non vengono eseguiti in base all’opportunità che la natura offre al cacciatore ma sono assegnati e stabiliti, dunque non sono io cacciatore a scegliere quale capo prelevare, ma devo attenermi a precise indicazioni fornite dalle autorità competenti (secondo quanto da lei pubblicato il prelievo verrebbe eseguito su animali di qualsiasi classe);le ricordo inoltre che le stesse linee tagliafuoco, necessarie per poter domare nel minor tempo possibile le fiamme, sono costruite dai cacciatori.

Perciò le chiedo, in nome mio, dei cacciatori e soprattutto della correttezza d’informazione, di fare quanto lei dovrebbe fare qualora venisse a conoscenza del fatto che una notizia pubblicata dal suo giornale sia falsa, ovvero rettificare il tutto e pubblicare una lettera di scuse nei confronti dei cacciatori e dei suoi lettori.

La ringrazio,

Cordiali saluti,

Alberto Verdi

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