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Marco Cavicchioli faccia un favore a tutti e non si ricandidi

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In questi mesi ho ricevuto tanti messaggi e tante mail nelle quali chi era d’accordo con quello che scrivevo, e chi meno, ha contribuito ad alimentare la discussione sui vari temi trattati. Il 2019 sarà anno di elezioni e, come consuetudine, La Nuova Provincia che mi ospita, fino alla chiusura delle urne, sospende le rubriche. E così, sperando che da giugno si possa tornare a dialogare, al momento vi devo salutare, cari lettori, con un arrivederci e con l’augurio di un anno ricco di soddisfazioni per ciascuno di voi.

Non posso però lasciare senza un passaggio relativo alle prossime comunali. Marco Cavicchioli ha deciso di ricandidarsi. Pare che lo abbia deciso lui, ma pare anche, dicono i meglio informati, che il Pd col collo storto abbia dovuto accettare per mancanza di alternative. Nessun giochetto, dunque, per il sindaco meno amato dalla gente degli ultimi anni, chiuso a palazzo come pochi altri, che non lascerà nulla in sua memoria a parte qualche asfaltatura e una funicolare che, presumo, chi lo rimpiazzerà dovrà totalmente rivedere perché davvero poco funzionale.

Lui ha fatto male. Basta parlare un po’ con i biellesi per farsene un’idea e con tutta probabilità anche parte del suo zoccolo duro sta prendendo le distanze: l’assessore Varnero è data come candidata sindaco ad Andorno, Fulvia Zago non nasconde agli amici che le piacerebbe candidarsi da sindaco proprio a Biella, Diego Presa dovrebbe ormai fare il padre nobile e invece continua ad essere logorroico e a esercitare la professione del vice sindaco. E così via. Cavicchioli ha fatto così male che persino l’uomo che ha spodestato cinque anni fa, Dino Gentile, perché evidentemente la città non ne poteva più di lui, oggi si è ricandidato in pompa magna ed è visto come un’alternativa di centro, subito appoggiata da Buongiorno Biella, che ci ha messo zero secondi a scegliere altro al posto che apparentarsi con Cavicchioli.

Poi ci sono gli outsider auto designatisi. Fra di essi non capisco come Nicoletta Favero, che fa le foto con lui a Santo Stefano in chiesa, presidenzialista come non mai, pur non avendo alcun ruolo, sempre in prima fila ovunque, anche alle comunioni, in realtà lo faccia per aiutarlo o per prendergli il posto, come ha abilmente fatto con Barazzotto scippandogli la candidatura al Senato nel 2013. Barazzotto, invece, che potrebbe tranquillamente, per consenso personale, visto il parterre di candidati espressi al momento, spodestare tutti i sopra menzionati nell’area moderata di centro, sembra non interessato perché pare intenzionato a ripetere l’esperienza in Regione.

E poi c’è il centro destra, il vincitore designato a maggio. Con un sindaco uscente così debole, un consenso alto della Lega, il partito di Salvini ha solo l’onere di scegliere il candidato giusto. E certamente, con un consenso che supera il 30%, lo avrà senz’altro. Al momento si è auto presentato Claudio Corradino, da Cossato, col benestare di Michele Mosca. Una candidatura che dovrà reggere gli equilibri interni. Con tutta probabilità metterà d’accordo anche Forza Italia, visto che i moderati di destra che non appoggeranno Gentile saranno ai minimi termini e trovo del tutto naturale che sia la Lega a guidare le danze. E non vedo perché non Fratelli d’Italia. Ma chissá.
Mancano ancora sei mesi e può succedere di tutto, ma oggi i giochi si stanno facendo. Il sindaco potrebbe anche farsi da parte se qualcuno gli facesse capire che si avvia alla bagarre con una percentuale bassissima. E allora nuovamente chissà. Magari rientrerebbero in gioco Favero, che se prendesse un voto per ogni manifestazione a cui ha presenziato nell’ultimo anno sarebbe la candidata vincente in assoluto e poi Ramella Pralungo. Quest’ultimo dopo le presunte spinte estive degli amici, fermate dal caldo, di qualche mese fa, chissá che non trovi terreno fertile oggi con le temperature piú fresche e che possa lui lasciare una vice presidenza della provincia che gli sta stretta per una piú confortevole, e finalmente retribuita, poltrona a Palazzo Oropa. Qualcosa può cambiare. Certamente, saranno mesi lunghi. E alla fine: che vinca comunque il migliore. E per chi vorrá seguire il Dardo, potrá farlo online su www.ildardo.it
Guido Dellarovere

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